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Giorgia Meloni, la proposta-bomba di Ignazio La Russa a Libero: "Facciamola presidente della Camera. Se Matteo Salvini..."

Andrea Tempestini
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La proposta di Fratelli d'Italia non cambia, premette Ignazio La Russa: «Matteo Salvini avanzi la candidatura per la presidenza del Senato. In questo modo sarebbe più facile la sua investitura come presidente del consiglio incaricato. Noi vogliamo rafforzare il tentativo di dar vita a un governo di centrodestra». Ma il leader della Lega ha già detto di non essere interessato. In questo caso che si fa? «Se Salvini rifiutasse, e se la partita delle cariche istituzionali fosse svincolata da quella per il nuovo governo, allora per la Camera Fratelli d'Italia proporrebbe la candidatura di Giorgia Meloni». Leggi anche: Giorgia Meloni, il clamoroso fuorionda: "Così..." Ma Fratelli d'Italia, pur avendo raddoppiato i consensi rispetto al 2013, è pur sempre un partito del 4,5%. «Giovanni Spadolini è stato presidente del Senato ed era del Pri; Laura Boldrini è presidente della Camera ed è di Liberi e Uguali. Due partiti più piccoli di Fratelli d'Italia. Oltretutto, un ruolo di garanzia non si addice a un esponente di un grande partito e in più, con Giorgia, sarebbe rispettata la pratica virtuosa di assegnare una carica istituzionale a una donna». Perché Meloni dovrebbe fare il presidente della Camera? «Prima di tutto perché il centrodestra ha vinto le elezioni, anche se in troppi fanno finta di dimenticarselo... Basti pensare che la nostra coalizione ha preso più voti di quelli con i quali il Pd ha governato negli ultimi cinque anni. Solo che il centrosinistra ha beneficiato del premio di maggioranza, che il Parlamento non ha voluto inserire nel Rosatellum». Torniamo a Meloni. «È un leader che unisce. In campagna elettorale ha fatto da collante tra i partiti del centrodestra, anche al prezzo di qualche sacrificio in termini di consensi. In più è donna e, almeno per stavolta, non ambisce alla presidenza del consiglio. E poi è stata vicepresidente della Camera e ministro e, dulcis in fundo, non ha mai usato toni offensivi nei confronti degli avversari e pertanto sarebbe un vero presidente di garanzia». Ammettiamo che Salvini riesca a ottenere l'incarico di formare il governo: il centrodestra dove pesca i seggi necessari per la maggioranza? «Siamo contrari ad accordi organici con forze che non siano di centrodestra. Abbiamo il dovere della chiarezza di fronte agli elettori: un esecutivo di compromesso, di inciucio, non produrrebbe niente di buono». Però il centrodestra da solo la maggioranza non ce l'ha. «Infatti la nostra proposta è che Salvini, alla luce del sole, si presenti in Parlamento cercando il libero consenso di chi preferisce un governo di centrodestra al ritorno alle urne o, peggio, a un esecutivo figlio dell'ennesimo inciucio». Altra ipotesi: anche questa strada si rivela senza uscita. A quel punto come si esce dall'impasse? «Con un governo di scopo che abbia come obiettivo prioritario la modifica della legge elettorale». Le pare così facile trovare una maggioranza che modifichi il Rosatellum? «La nostra proposta non è certo quella di scrivere una nuova legge elettorale, per la quale ci vorrebbero anni, ma di ritoccare quella esistente. Basterebbe, con la garanzia del presidente della Repubblica, una settimana: tre giorni a Montecitorio; tre a Palazzo Madama». Ritoccare, ma in che modo? «Riprendendo, con il sostegno di tutte le forze parlamentari, il mio emendamento che proponeva di introdurre il premio di maggioranza alla coalizione che raggiunge almeno il 37% dei seggi». di Tommaso Montesano

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