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Paolo Romani, perché è l'uomo grazie al quale Luigi Di Maio vuole sfasciare il centrodestra

Andrea Tempestini
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Zuffe, veleni e sospetti nel centrodestra, dove la partita per l'elezione dei presidenti di Camera e Senato fa salire la tensione a livelli di guardia sull'asse che unisce (almeno fino ad oggi) Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Ed è soprattutto a Palazzo Madama che lo scenario si fa via via più indecifrabile. Ad ora, il tentativo è quello di ricucire grazie al nome di Paolo Romani, forzista molto gradito al Carroccio. Un nome, per inciso, gradito anche al Pd. Ed è proprio per questa ragione, spiega un retroscena de Il Messaggero, che Luigi Di Maio cercherà di opporsi in ogni modo alla sua nomina, per spaccare il fronte avversario in vista della consultazioni al Colle con Sergio Mattarella. Leggi anche: Il sondaggio: sei elettori leghisti su dieci... Se il patto del centrodestra si frantumasse, infatti, il Capo dello Stato potrebbe dare l'incarico proprio al grillino. Al contrario, se l'intesa reggesse, Salvini potrebbe avere delle possibilità in più, soprattutto perché le voci di un appoggio esterno del Pd a un governo di centrodestra si fanno sempre più insistenti: al Nazareno sarebbero disposti a tutto pur di evitare un governo che includa i pentastellati. Romani, dunque, potrebbe essere involontariamente la pedina che porterà il centrodestra a schiantarsi. La mossa definitiva, però, spetterà a Salvini: se decidesse di smistare i suoi voti su un nome differente, portando a termine così il progetto di Di Maio di opporsi a Romani, il segnale ai grillini sarebbe inequivocabile. Un segnale di apertura per un governo Lega-M5s. Ma per formare il quale difficilmente Salvini otterrebbe il mandato.

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