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Salvini e Di Maio, affondo di Sabino Cassese, il "giudice candidato premier": "Serve continuità per l'Unione europea"

Giulio Bucchi
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"I sovranisti di casa nostra non lo comprendono". Si parla di Europa, Unione europea e cessione della sovranità, e il messaggio feroce nei confronti di Matteo Salvini e Luigi Di Maio arriva dalla prima pagina del Corriere della Sera. Il mittente non è un editorialista "qualsiasi", ma un giudice della Corte costituzionale come Sabino Cassese. Qualche giorno fa era la Stampa a darlo tra i favoriti per un ruolo da premier in un eventuale governo del presidente. In caso di fallimento, cioè, di Di Maio e Salvini. Il suo editoriale magari sarà pure disinteressato, ma di sicuro potrebbe avere qualche riflesso sull'orientamento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Leggi anche: Mattarella e il retroscena horror, il "governo dei giudici" Il candidato del "governo dei giudici" sottolinea come "l'esecutivo che il Parlamento appena eletto dovrà dare al Paese non sarà chiamato soltanto a governare l'Italia, ma anche a partecipare alla guida dell'Unione Europea". Primo stop, dunque, alle prospettive di disimpegno avanzate con varie sfumature da Lega e da Movimento 5 Stelle. Oggi i governi nazionali hanno la grande opportunità di "far sentire la propria voce anche in ambiti ai quali una volta i singoli Stati non potevano accedere. In quest'Europa intergovernativa, però, bisogna sapersi far ascoltare. E questo è difficile per la breve durata dei nostri governi e delle nostre politiche", scrive Cassese. A fregare l'Italia, secondo il giudice costituzionale, è la mancanza di stabilità e di una guida duratura che non c'è più dal 1993, data di morte della Dc. "I veloci cambi rendono difficile la nostra partecipazione al governo europeo, che richiede un minimo di continuità". E poi si scende nella strategia interna del dopo-voto, che potrebbe chiamare in causa lo stesso Cassese: "Si aspetta che qualcuno faccia la prima mossa, dopo le molte finte di questi giorni. Sono in ballo due tipi di decisioni molto diverse: la scelta dei presidenti delle Camere, che è una decisione istituzionale; la formazione del governo, che è una scelta politica". Ecco la tirata per la giacchetta del Capo dello Stato: "Quest'ultima va fatta ricordando che l'Italia si governa anche governando l'Europa. Sono, quindi, necessarie o continuità di governi, o almeno continuità di politiche".

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