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Senato, l'umiliazione finale per il Partito democratico: umiliati dai grillini

Giovanni Ruggiero
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Il rischio per il Partito democratico è di rimanere del tutto a secco nella distribuzione delle poltrone di vicepresidenti e questori tra Camera e Senato. Dopo un pomeriggio fitto di riunioni e tensioni, a Palazzo Madama i partiti hanno trovato l'intesa sulle nomine di Paola Taverna per il M5S, Roberto Calderoli per la Lega, Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia e Anna Rossomando per i dem. La partita per il Pd è andata malissimo per la nominia dei questori, scelti tra il grillino Bottici, il leghista Arrigoni e il forzista De Poli, d'accordo con Fratelli d'Italia che otterrà un segretario d'aula. A nulla sono servite le proteste dei dem per essere rimasti esclusi dall'ultima distribuzione di ruoli. Dallo scontro con i grillini, i dem non sono riusciti a ottenere neanche l'ombra di un compromesso. Dal M5S avevano chiesto il questore anziano della Camera in cambio della vicepresidenza al Pd, una proposta che è suonata come ricatto: "Nella passata legislatura - hanno borbottato i piddini - abbiamo fatto la stessa cosa noi, eleggendo Luigi Di Maio vicepresidente. Noi però non siamo disponibili a scambi". Per il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci: "È un fatto inaudito per la principale forza di opposizione". Ma le lagne restano lettera morta. E alla Camera le cose potrebbero andare allo stesso modo, con la tensione ormai a mille e gli incontri in agenda che saltano. A cominciare da quello che Maurizio Martina, segretario dem reggente, avrebbe tenuto con Di Maio prima delle consultazioni di Mattarella. Il dialogo ora sembra impossibile.

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