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Matteo Salvini beccato da Franco Bechis al bar: "Vi spiego perché tratto così gli alleati"

Giulio Bucchi
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L'appuntamento con Matteo Salvini c'era, e l'idea era fare quattro chiacchiere nella sede della Lega di Terni ieri, nella mattinata che si era ritagliato per lanciare la campagna elettorale per l' elezione del sindaco della città. Aveva fatto da cortese intermediario il senatore Stefano Candiani, che da commissario del partito in Umbria ha fatto miracoli in questi anni, portandolo da una rappresentanza di pura simpatia a sopra il 20 per cento dei consensi. Leggi anche: "Quella roba lì non l'accetto". Silvio, sfogo contro Salvini Ma fare una intervista normale a Salvini di questi tempi è pura utopia, impresa disperata. Da Roma sono partiti torpedoni carichi di telecamere, microfoni, registratori, taccuini con le relative truppe di giornalisti e cameramen, e la sede della Lega non era stata immaginata per un esercito simile di frequentatori. Sceso in strada, è stato peggio. Salvini è il personaggio del momento, e a parte i tifosi che in Umbria si sono moltiplicati, i curiosi non hanno voluto perdere la magica occasione. Anziane coppie che andavano a fare la spesa, ragazzi che uscivano un po' prima da scuola, perfino un nutrito gruppo di ragazzi di colore che giravano nel quartiere ed erano direttamente interessati a capire che avrebbe detto quel signore con il giubbotto verde che potrebbe segnare non poco il loro destino. Una calca pazzesca, insolita a Terni da anni. Salvini voleva fare vedere a tutti il suo candidato sindaco, l'avvocato Leonardo Latini. Così gli è venuta una idea molto berlusconiana: il predellino. Non avendo una sua limousine a disposizione come il Cavaliere del 2007, è montato su una fioriera in disuso tirando su il suo preoccupatissimo Latini. E nel precario equilibrio di entrambi, l'ha presentato alla folla facendogli tenere pure una bandiera della Lega fra le mani con la scritta "Terni libera-Latini sindaco" che è andata di traverso a tutto il resto del centrodestra locale, con cui non era stato né discusso ufficialmente né concordato l' annuncio di quella candidatura. Sceso dal predellino bis, ecco signore e nonnine che lo reclamano per un abbraccio. Salvini non si tira indietro, bacia e abbraccia chiunque gli si offra, stringe mani, si ferma per i selfie di rito con i più giovani. Poi si ricorda dell'appuntamento con il sottoscritto, fa l'occhiolino e indica di stare attento a dove si dirige. Entra nel bar Tacito che ha di fronte, un servizio d'ordine fa passare con lui solo Candiani, il neosenatore leghista Luca Briziarelli e pochi fedelissimi. Bloccati fuori tutti i giornalisti, compreso il sottoscritto. Ma il bar ha una porta laterale che le troupe non vedono. Mi piazzo davanti, e un poliziotto mi fa entrare. Salvini si fa i selfie con il titolare del bar e qualche avventore che era già lì. Poi si concede con un largo sorriso al gruppo del Corriere. Chiamarla intervista è presuntuoso: quattro domande e altrettante risposte («che ora è? Miseria: devo essere a Roma fra 30 minuti... Veloci, veloci!») durate il tempo di sorseggiare un caffè. Per fortuna era bollente ed è durato un po' di più... Salvini, lo sa quanti maldipancia ha creato nel centrodestra con questo suo blitz a Terni per lanciare il suo candidato sindaco?  «E perché mai? Toccava alla Lega scegliere questa candidatura, e abbiamo scelto una persona normale come Latini per fare le cose normali che servono, a cui non si è più abituati né qui né nel resto d' Italia dopo tanti anni di governo disastroso del Pd. In Umbria ci siamo per questo: per fare dimenticare quei disastri, liberare gli umbri da quella cappa che ha rappresentato la sinistra, e tornare alle cose normali a cui si deve pensare...». Però i suoi alleati protestano. Sembra che non riconoscano la sua leadership, un po' come è accaduto con il primo giro di consultazioni al Quirinale dove siete andati in ordine sparso, dicendo cose anche molto diverse da quelle che diceva lei...  «Lo abbiamo stabilito prima chi era il leader della coalizione: quello che prendeva più voti. C'è qualcuno che non riconosce la mia leadership? Beh, in tanto me la riconosco io, e procedo. Perché qui non abbiamo tanto tempo da perdere, c'è urgenza di fare le cose per cui ci siamo impegnati...». A Terni dopo quel che è accaduto al Pd, probabilmente andranno al ballottaggio il centrodestra contro il Movimento 5 stelle. Sarà strano battagliare l'uno contro l'altro proprio mentre a livello nazionale discuterete di un'alleanza di governo e magari l'avrete già fatta, no?  «Strano direi di no. Non ho davanti agli occhi grandi esempi di amministratori locali del Movimento 5 stelle. Anzi, i loro sindaci più importanti hanno dimostrato chiaramente di non saperci fare. A livello locale sono stati un disastro. Ma a livello nazionale è un' altra cosa, e se si parte insieme si fanno le cose insieme...».  Siete a un nuovo giro di consultazioni, e questa volta il centrodestra che traballa un po' sulle amministrazioni locali, va unito. Che dirà al presidente della Repubblica?  «Una cosa semplice e chiara. Siamo arrivati primi alle elezioni, e quindi è naturale che si parta dal programma elettorale più votato dagli italiani, così come è naturale che si avanzi una candidatura di centrodestra, visto che ha preso più voti del Movimento 5 Stelle». Fa come Luigi Di Maio, allora: il premier sono io, prendere o lasciare...  «No, ho detto una candidatura di centrodestra. Sarei ovviamente onorato di servire il mio paese come presidente del Consiglio, ma non dico o me o il diluvio. Mi preme di più cominciare a governare e dare una risposta a quello che ci hanno chiesto gli italiani...». Nella fila della sua coalizione c'è chi dice che potreste partire senza alcun accordo preventivo con il Movimento 5 stelle, e poi andare a cercare in Parlamento i voti di chi ci sta...  «Non andremo allo sbaraglio per avere maggioranze raccogliticce. Poi chiarisco subito una cosa: io un accordo con il Pd che in questi anni ha distrutto Terni e distrutto l' Italia non lo faccio manco morto. Quindi la sola possibilità numerica è trovare un accordo con il Movimento 5 stelle. Se si può bene, altrimenti torneremo alle urne e di prenderemo i seggi che ci mancano. Però oggi mi occupo di Terni, come ieri mi sono occupato solo della Festa della polizia...». Avrebbe dovuto venire ieri qui in Umbria alle varie feste della polizia, avrebbe sentito musica per le sue orecchie. Nei discorsi dei questori è stata centrale l' emergenza immigrazione. A Perugia è stato rivelato che il 75% degli arrestati era straniero... «(ride, ndr) Ma no? L'avresti mai immaginato? E io che pensavo che i re dello spaccio fossero perugini o ternani, invece sono tunisini e marocchini. Dai, che a fine giugno verremo qui e firmeremo un bell'accordo di programma sulla sicurezza nel territorio fra il premier della Lega e il Latini nuovo sindaco di Terni...». di Franco Bechis

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