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Di Maio: "Chiedo sforzo al Pd" Martina: "Passi avanti"

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Roma, 26 apr. (AdnKronos) - Si cerca una soluzione per uscire dall'impasse sul governo. Luigi Di Maio, a margine del secondo giro di consultazioni con il presidente della Camera, Roberto Fico, ribadisce che se non c'è un'intesa si torna al voto e chiede uno "sforzo" ai dem. Fico, si apprende da fonti parlamentari, ha chiesto di riferire al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alle 16.30 di questo pomeriggio dopo le consultazioni con le delegazioni del Pd e del M5S. "Vogliamo risolvere problemi che non sono stati risolti per 30 anni. Non siamo autonomi", per questo "pensiamo a un buon contratto di governo al rialzo per risolvere i problemi degli italiani". Un governo di questo tipo, semmai vedrà la luce, "sarà una novità assoluta e non sarà in continuità coi governi del passato" dice Di Maio. "Voglio dire prima di tutto - esordisce Di Maio - di uscire dalla logica della prima e della Seconda Repubblica: tutti parlano di alleanza, qui non si tratta di una alleanza. Si pensa e si usa ancora un linguaggio completamente sbagliato. Come ho detto inizia la Terza Repubblica in cui al centro si mette il cittadino. Qui le forze politiche fanno un passo indietro e sono i cittadini a fare un passo avanti". "Con il contratto di governo sul modello tedesco ci sarà prima di tutto il cittadino e i suoi bisogni: con un elenco delle cose da fare. Qui conta solo se ai 10 milioni di poveri sotto la soglia di povertà riusciremo a dare 780 euro al mese per superare quella soglia, il reddito di cittadinanza" o intervenire sulle pensioni. "A questi italiani interessa avere il reddito di cittadinanza - chiede Di Maio - o preferiscono che 2 forze politiche continuino a litigare per l'eternità? Questo se sarà, non sarà un governo in continuità con il passato". "Io capisco chi dice tra i nostri 'mai col Pd' e tra i loro 'mai col M5S'. Ma rendiamoci conto - scandisce - che qui il tema non è andare con il Pd come non era andare con la Lega, qui si sta dicendo: fare il reddito di cittadinanza, ridurre le tasse, aiutare le famiglie che fanno figli, tagliare gli sprechi. Senza negare le profonde diversità che abbiamo". "Certo - aggiunge - bisogna fare uno sforzo nella direzione del cambiamento. E anche al Pd chiedo lo sforzo di non entrare nella logica per cui il Movimento 5 Stelle debba negare le battaglie storiche del passato". "Abbiamo questa opportunità, se non si riescono a fare le cose si torna al voto" ribadisce Di Maio. "Credo - prosegue - che se si ritorna al voto il M5S ne uscirà rafforzato, sono convinto anche per quello che stiamo vedendo nel Paese. Oppure possiamo capitalizzare questo 32% che non è autonomo e metterci a lavorare per il Paese". "Ce la metteremo tutta - sottolinea ancora - noi siamo disponibili a sederci subito al tavolo, a mettere al centro i temi". E al centro ci sono "i bisogni delle persone senza pensare al tornaconto di partito, senza pensare al tornaconto del Movimento" afferma il capo politico del M5S. "Se volessimo pensare all'interesse di partito - dice Di Maio - faremmo come la Lega, ci metteremmo lì restando fuori da qualsiasi responsabilità di governo. Ma siccome non abbiamo mai pensato a interessi strategici, stiamo mettendo al centro i cittadini". CONFLITTO D'INTERESSI - Di Maio parla anche di Silvio Berlusconi. "Fa specie - dice - vedere che Berlusconi utilizzi tv e giornale per mandare velate minacce a Salvini, qualora decidesse di sganciarsi. E' arrivato il momento di metter mano a questo conflitto d'interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione". Il capitolo dedicato al tema del conflitto di interessi, apprende l'Adnkronos da fonti parlamentari M5S, sarà uno dei punti del contratto di governo che i 5 Stelle sottoporranno al Partito democratico.

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