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Rocco Casalino, scatta il divieto per i parlamentari M5s di andare in televisione: "Va solo Di Maio"

Gino Coala
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Le istruzioni a tutti i parlamentari grillini del capo della comunicazione M5s, l'ex gieffino Rocco Casalino, sono state chiare e perentorie. In perfetto stile sovietico, sin dal primo incontro con tutti gli eletti pentastellati le direttive hanno imposto un rigido codice di comportamento davanti alle telecamere. Leggi anche: Facci brutale contro Di Maio e i grillini: "Sono un morbo incurabile" Come agli albori del Movimento, agli eletti è stato imposto di "non andare in televisione", almeno in questo periodo di trattative per la formazione del governo. Unica concessione, riporta il Giornale, solo se vengono fatte interviste concordate "senza contraddittorio". E tanti saluti alla libertà di stampa. In tv, secondo la legge Casalino, deve andarci solo Luigi Di Maio, quindi anche i portavoce di Camera e Senato devono stare al loro posto, mettendo in crisi le redazioni dei talk che non sanno più chi invitare per avere un grillino in studio. Tanto che più di una volta hanno ripiegato sulle riserve pentastellate, pescando dalla Pravda grillina, il Fatto quotidiano. E così c'è da sorbirsi un numero sempre maggiore di comparsate di Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Compresi nel pacchetto anche Carlo Freccero, Domenico De Masi e l'imprenditore Arturo Artom. Tutti si affrettano a chiarire che non parlano a nome del Movimento, ma la difesa serve a poco: senza il Movimento non sarebbero dove sono.

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