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Matteo Salvini, lo schiaffo finale di Sergio Mattarella: una elemosina di 24 ore

Giulio Bucchi
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Di errori Sergio Mattarella, in queste consultazioni, ne ha fatto più d'uno. L'ultimo, il più grave, sarebbe non dare un mandato di governo a Matteo Salvini. Alessandro Giuli, sul Tempo, elenca tutte le tappe che hanno portato a questa complicatissima situazione istituzionale. Nessuno, Salvini incluso, è privo di colpe: l'ingenuo "doppio forno" di Luigi Di Maio, pieno di veti, le uscite improvvide del leghista sulla Siria, i muri degli "sconfitti" Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. E il Colle? Troppo tempo concesso al M5s, in evidente difficoltà tattica, due settimane abbondanti passate a non rimediare nulla. E ancora, l'annuncio di nuove consultazioni alla vigilia della direzione Pd, sottolinea Giuli, "è suonato come una sconfessione del tentativo di arrangiare una linea comune per sedere al tavolo con i pentastellati", anche se, evidentemente, il presidente sapeva che i giochi erano fatti. Ma soprattutto, in due mesi, il Quirinale non ha mai considerato la coalizione di centrodestra "degna di provarci" pur essendo la prima alle elezioni, la più numerosa in Parlamento e avendo dato prova Salvini della volontà di tenerla unita e salda, nonostante tutto. Mattarella, è il dubbio del Tempo, "ha forse raccolto nelle cancellerie occidentali indicazioni tali da diffidare di lui, ma la sovranità popolare deve far premio anche sui dubbi internazionali e sulle incompatibilità personali". Di alternative vere, a un mandato di Salvini, non ce ne sono: sicuramente, meriterebbe più di un giorno, come la fretta improvvisa del Capo dello Stato ha sancito, visti i giorni sprecati per dare retta a Di Maio. Saltare il mandato a Salvini, magari per ripiegare su un governo tecnico o, peggio, tenere in vita il già morto governo di Paolo Gentiloni (delegittimato dagli elettori e senza maggioranza alle Camere) sarebbe l'ultimo, imperdonabile schiaffo all'Italia.

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