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Luigi Di Maio, via Mediaset e conflitto d'interessi dal contratto con Matteo Salvini. Buffagni, l'uomo della pace

Giulio Bucchi
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Mediaset? Quale Mediaset? Misteriosamente, dal contratto di governo di Luigi Di Maio e Matteo Salvini sta per sparire il passaggio sul conflitto d'interessi che riguarda l'azienda di famiglia di Silvio Berlusconi. Secondo molti retroscena, una delle condizioni per garantire una "astensione benevola" al governo di Lega e M5s poste dal cavaliere era proprio una garanzia ufficiale a tutela del Biscione, e così sarà. Dopo aver fatto campagna con i temi cari alla sinistra degli anni Duemila, il governista Di Maio abbassa la testa. Secondo il Messaggero, cancellerà ogni riferimento alle tv di Berlusconi (che poche settimana fa proclamava di volergli togliere). Come spiegare agli elettori grillini questo (comprensibilissimo) dietrofont? Semplice, tornando alle parole di un suo fedelissimo, Stefano Buffagni, definito il "principe dei pragmatici", che già nel 2016 implorava rispetto per Mediaset nel pieno della scalata di Vivendi: "È una azienda nazionale importante e non possiamo permettere che l'Italia la perda; lo stesso però vale per Telecom, o Parmalat, o Carapelli, o Star, o Edison". Parole che ora il capetto Di Maio farà scorrere in tutte le salse, per convincere anche i più creduloni degli elettori pentastellati.

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