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Governo, il contratto definitivo tra Lega e Movimento Cinque Stelle: ecco i 22 punti

Gino Coala
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Movimento 5 stelle e Lega raggiungono l'accordo sul programma e chiudono gli oltre 22 punti che costituiscono il contratto di governo. Restano da sciogliere solo gli ultimi nodi, spiega il pentastellato Alfonso Bonafede, e toccherà a Luigi Di Maio e Matteo Salvini dirimere i punti ancora controversi, tra cui il capitolo grandi opere. Ai due leader anche il compito più gravoso e delicato: individuare il nome del premier, che sarà politico e non terzo. Una trattativa che li impegnerà "ad oltranza". Già nel corso della giornata di oggi potrebbe esserci stato un nuovo faccia a faccia.Dopo oltre una settimana di incontri, con la full immersion dello scorso week end a Milano, oggi il tavolo tecnico ha concluso i lavori, mettendo nero su bianco un programma di 40 pagine, oltre 22 punti. Rispetto alla bozza pubblicata ieri e datata lunedì 14 maggio, scompare il capitolo relativo all'uscita dall'euro, così come non si fa alcuna menzione di un possibile referendum sulla moneta unica. Secondo quanto riferito da fonti parlamentari 5 stelle, nel contratto si farebbe solo un riferimento alla possibilità di valutare e rivedere i trattati con i partner europei. Leggi anche: Chiuso il contratto, che cosa hanno fatto sparire grillini e leghisti Nel contratto di governo ci sono "tutti i nostri valori fondanti, le nostre battaglie storiche", rivendica Luigi Di Maio. Tra i punti che compongono il programma c'è anche il Comitato di conciliazione (una sorta di organismo 'parallelò al governo, a cui partecipano anche i due leader politici, e che avrà il compito di dirimere le controversie che si dovessero presentare). Il comitato rispecchia "il contratto alla tedesca", spiega ancora Di Maio. Sarebbe stata, infatti, modificata la norma rispetto alla bozza di lunedì. Le modifiche sarebbero state inserite per evitare che vi sia il rischio di contrasto con norme di legge e costituzionali che regolano il funzionamento dell'organo di governo. Ancora, tra i temi inseriti, il conflitto di interessi, un capitolo ad hoc dedicato ai migranti, ma dai toni equilibrati, viene garantito, frutto della mediazione e del compromesso tra le posizioni più tranchant della Lega e quelle più moderate dei 5 stelle. Altro capitolo confermato nel contratto di governo tra M5s e Lega quello relativo agli interventi sulle pensioni d'oro. Accordo raggiunto inoltre su taglio dei vitalizi e sprechi. "Ormai si tratta di uno, due giorni, nel fine settimana sottoporremo" il contratto di governo "all'attenzione dei cittadini attraverso varie procedure, la Lega con i gazebo e noi con la nostra piattaforma per far giudicare i cittadini", ricorda Bonafede. Il contratto di governo potrebbe anche essere sottoscritto davanti a un notaio. L'ipotesi è stata presa in considerazione già nel corso delle trattative. Ora sta ai leader valutare se e quando consegnare la versione definitiva del contratto al Capo dello Stato. Se sul fronte del programma i passi in avanti sono reali, resta ancora l'incertezza sulla squadra di governo e soprattutto sulla premiership. Di certo c'è che non sarà un tecnico terzo, ma perde notevolmente quota anche l'ipotesi della staffetta tra i due leader. "Il premier sarà un nome politico che viene individuato da due forze politiche con un mandato ben preciso, no ai tecnici calati dall'alto", sottolinea Di Maio. Anzi, aggiunge, "tutti i nomi saranno politici perchè saranno scelti da due forze politiche e non calati dall'alto". Quanto al futuro ruolo dei due leader, il capo politico del M5s afferma: se per formare il governo sarà necessario che i due leader restino fuori "noi siamo pronti. Io mi auguro" che entrambi faranno comunque parte dell'esecutivo, "sarà metterci alla prova in prima persona". Più preciso Salvini, che entra nei dettagli e rivendica per la Lega i dicasteri di Interno e Agricoltura: un "ministro che si occupi di sicurezza e difesa dei confini", afferma, perchè "se parte un governo con la Lega all'Interno i cinque miliardi per l'accoglienza vengono quantomeno dimezzati, per metterli sul capitolo rimpatri ed espulsioni". Quanto a se stesso, "non vado a fare il ministro per il gusto di farlo, vado al governo solo se c'è un programma firmato nero su bianco, con tempi fissati".

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