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Alessandro Sallusti: "Matteo Salvini, la barbarie porta alla decadenza e alla dissoluzione"

Cristina Agostini
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"Se Salvini, sciaguratamente con Di Maio, dovesse andare al governo, ci auguriamo continui a parlare una lingua diversa da quella dei tecnocrati, ma che non spinga la «barbarie», come accadde nell'antichità, fino a provocare la decadenza prima e la dissoluzione poi dell'Impero". Alessandro Sallusti attacca senza pietà il leader della Lega che ieri 16 maggio ha dichiarato, riferendosi all'Europa: "Meglio barbari che servi". Leggi anche: Sallusti e la violentissima prima pagina, sputo su Di Maio e Salvini Ma avverte il direttore del Giornale nel suo editoriale che "Italia ed Europa parlino lingue diverse non è una novità: incomprensioni e diffidenze sono vecchie quanto l'euro. Qualsiasi governo, da quelli Berlusconi a quello di Renzi, ha dovuto fare i conti (non solo in senso metaforico) con i tecnocrati di Bruxelles, senza mai venirne davvero a capo". Ergo, conclude Sallusti, "l'esperienza deve quindi insegnare che nello scontro frontale, giusto o sbagliato che sia, il governo italiano è destinato a soccombere (anche Renzi ne sa qualcosa), stante la disparità di forze in campo. E che per tornare alla massima di Matteo Salvini, tra barbari e servi - all'epoca dei romani - in mezzo c'era il Senato, punto di mediazione di uomini di esperienza e buon senso".

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