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Matteo Renzi umilia ancora il Pd: dimissioni congelate, Martina resta reggente

Matteo Legnani
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Matteo Renzi continua a dettare legge nel Partito democratico. E i suoi "nemici" interni continuano a subire umiliazioni. Era successo una prima volta subito dopo le elezioni del 4 marzo, quando l'ex premier aveva dato le dimissioni "congelandole" subito dopo. Era ricapitato in occasione del tentativo di concludere un'alleanza di governo coi 5 Stelle, quando Renzi era riuscito a imporre la sua volontà di restare all'opposizione impedendo pure una frattura all'interno del partito. Ed è successo un'altra volta all'assemblea nazionale di oggi, quando a maggioranza è passata una modifica dell'ordine del giorno con la quale si sono congelate un'altra volta le dimissioni di Renzi dalla segreteria con Maurizio Martina che resta reggente. I voti a favore della modifica dell'ordine del giorno sono stati 397, 221 quelli contrari e 6 gli astenuti. Solo l'area del ministro della Giustizia uscente, Orlando, ha votato compattamente per il "no" alla modifica dell'ordine del giorno. Leggi anche: Pd alla canna del gas: si fa umiliare così persino da Rosy Bindi

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