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Matteo Salvini, il retroscena sulla rottura al governo: lunedì si spacca l'alleanza con Luigi Di Maio

Gino Coala
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C'è un piano nella testa di Matteo Salvini che potrebbe ribaltare lo stallo per la nomina di Paolo Savona a ministro dell'Economia. Da una settimana Sergio Mattarella ha detto chiaro e tondo di essere contrario alla scelta del professore antieuro, sostenuto invece dai leghisti senza un attimo di ripensamento fino all'ultimo. Lo sconto ha esacerbato gli animi, con Salvini sempre più determinato a spingere sull'economista, forte anche degli attacchi arrivati da Berlino e al sostegno che diversi esponenti del centrodestra, non ultima Giorgia Meloni, hanno espresso sul nome di Savona. Leggi anche: Massimo D'Alema, il fuorionda rubato con Grasso: "Per colpa di Mattarella, alle prossime elezioni..." Cosa fare quindi se Mattarella non vorrà cedere sulla richiesta leghista? Secondo un'indiscrezione di Dagospia, il leader della Lega potrebbe voltare la situazione a suo favore, spingendo la trattativa fino alla rottura e imponendo così il voto anticipato, magari a ottobre. Un'idea già temuta da Massimo D'Alema che, intercettato in un fuorionda all'assemblea nazionale di LeU, aveva proprio profetizzato che: "Per colpa del veto di Mattarella su Savoia, se si dovesse tornare al voto Salvini prenderebbe l'80%". Sull'onda dei sondaggi che danno la Lega in continua crescita, Salvini avrebbe confidato ai suoi di poter così ricompattare il centrodestra con il collante della vittoria assicurata. In più ci sarebbe l'occasione irripetibile di spazzare via una volta per tutte il Movimento Cinque Stelle a guida Di Maio. Una volta fallite le trattative, l'ala grillina più radicale troverebbe sponda in un leader come Alessandro Di Battista, portando il Movimento di Beppe Grillo a schiantarsi alle urne e a condannarsi all'opposizione eterna. Dal Colle sarebbe partito un ultimatum per il prof. Savona, il quale dovrà piegarsi alle logiche della moneta unica per diventare gradito all'establishment europeo. Un ricatto svelato da Dagospia al quale Savona non avrebbe nessuna intenzione di piegarsi. A quel punto ai leghisti resterebbe solo il tempo di convocare i grillini per lunedì pomeriggio: sarà in quell'occasione che la rottura si consumerà mandando in fumo quasi tre mesi di manfrine inconcludenti.

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