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Sergio Mattarella e Paolo Savona, l'ipotesi più umiliante: lo "scorporo" del Ministero dell'Economia

Giulio Bucchi
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Ora che Paolo Savona ha fatto la "mossa", ha cioè chiarito la propria posizione su euro e Unione europea (da cambiare, non da cancellare) a Sergio Mattarella è venuto meno ogni alibi. Non può più semplicemente opporsi alla nomina dell'82enne scelto da Matteo Salvini e Luigi Di Maio per il ministero dell'Economia. Se davvero vuole dire no e mandare a casa il governo del premier incaricato Giuseppe Conte e, di fatto, sciogliere la legislatura, il presidente deve trovare un buon motivo che al momento non esiste (l'argomento dell'euro-scetticismo di Savona, oggi, è caduto). Ma resta in piedi un'altra via, comunque difficile ora da digerire per Lega e M5s. Scorporare il ministero dell'Economia.  Per approfondire leggi anche: Di Maio, idea disperata. Un "badante" per Paolo Savona Ne parlano Repubblica e Corriere come di un'idea al vaglio del Colle: Tesoro da una parte, Finanza dall'altra. La prima poltrona da affidare a un esponente più moderato, più conciliante e più in linea con Bruxelles (sarà il ministro che dovrà trattare con l'Unione europea), l'altro a Savona, che dovrà occuparsi delle questioni interne. Un ruolo, insomma, depotenziato e meno "pericoloso" per Berlino e Francoforte. Un compromesso al ribasso, dopo che già Savona ha accettato di "inginocchiarsi" alla volontà di Mattarella che gli aveva chiesto una presa di posizione ufficiale e più rassicurante sull'Europa. Servirà un altro gesto di questo tipo?

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