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Sergio Mattarella, ecco perché vuole far saltare anche il governo Cottarelli

Matteo Legnani
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La versione ufficiale del Quirinale è che Carlo Cottarelli abbia voluto prendersi ancora del tempo per mettere a punto la lista dei ministri del suo governo. Ma nè il premier incaricato nè il capo dello Stato si sono degnati di confermare di persona questa versione dei fatti. E così il sospetto resta fondato: quello che mister Spending Review domani si rechi sì al Quirinale, ma per rimettere la fiducia al capo dello Stato di fronte alla prospettiva di raccogliere una miseria di voti al momento della richiesta di fiducia in Parlamento. Una ipotesi che non solo imbarazzerebbe enormemente lo stesso Cottarelli e Sergio Mattarella. Ma che, secondo gli osservatori, potrebbe addirittura ingenerare una sorta di "sgrammaticatura istituzionale" nei rapporti tra governo e Parlamento. Perchè l'esecutivo Cottarelli, privo di fiducia, resterebbe sì in carica, ma privo del che minimo sostegno si "consegnerebbe" di fatto nelle mani delle forze che hanno una maggioranza in Parlamento: ovvero Lega e 5 Stelle, che a quel punto, come aveva lasciato intendere Matteo Salvini poche ore fa, potrebbero "governare il Paese dal parlamento", con un governo che si vedrebbe ridotte a carta straccia qualsiasi iniziativa di legge o decreto e il capo dello Stato che si troverebbe comunque a dover firmare o meno le leggi fatte da un Parlamento a trazione giallo-verde. Una ipotesi, questa, di fronte alla quale Mattarella avrebbe deciso di bloccare tutto e prendersi altro tempo per valutare la situazione, preferendo evidentemente anche lui, di fronte a questa ipotesi, portare il paese alle urne non dopo l'estate, ma al più presto possibile, e quindi anche a luglio (il 29) cambiando con un decreto il regolamento sul voto degli italiani all'estero. Leggi anche: Cottarelli, premier sfiduciato per tre mesi: il brutto sospetto su Mattarella, sarà mica sè...

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