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Aquarius, il ruolo di Jean-Claude Juncker: mediatore tra Salvini, Conte e il disastrato Toninelli

Cristina Agostini
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Tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli e il responsabile della Farnesina Enzo Moavero Milanesi c'è stata anche la mediazione del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Al centro delle questione la nave Aquarius. Il retroscena è svelato dal Corriere della Sera e questi sono i fatti. Leggi anche: Si prendono Aquarius, ma... La Spagna ora ci minaccia: "Come la dovete pagare" Alle 12 la Aquarius contatta il centro di coordinamento della Guardia costiera a Roma e dichiara di essere in emergenza. Pochi minuti dopo la Guardia costiera trasmette al Viminale la richiesta di ingresso in porto per "stato di necessità". Dalle Infrastrutture, il ministero guidato da Toninelli, fanno sapere che senza una novità che risolva la questione saranno obbligati ad autorizzare lo sbarco in Italia. Ma Salvini non vuole passi indietro. Con Toninelli sale la tensione perché molti sindaci tra cui Filippo Nogarin si dicono pronti ad accogliere la nave. Alla fine la Spagna accetta la richiesta di Bruxelles di aprire i suoi porti nella certezza di avere poi una sorta di cambiale da incassare in sede europea.  Il ministro degli Interni ha un solo obiettivo: impedire alle navi delle Ong di "stazionare nel Mediterraneo e poi dirigersi nel nostro Paese". Vengono riattivati i contatti con i ministri di Francia, Olanda e Germania per sottolineare che spetta agli Stati di provenienza farsi carico dell'attività delle associazioni umanitarie. Ergo, una nave che batte bandiera tedesca sarà un problema di Berlino che dovrà provvedere all'accoglienza.  

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