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Matteo Salvini, il piano di Salvini con l'Austria: creare nei Balcani campi per i richiedenti asilo

Matteo Legnani
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C'è il problema delle redistribuzione dei richiedenti negli altri Paesi europei, che è l'esatto contrario di quello che propongono Francia e Germania, che vorrebbero il ritorno nel Paese di prima registrazione (che nella maggior parte dei casi è il nostro). Poi ci sono le iniziative per contrastare gli sbarchi: il divieto per le Ong di attraccare nei nostri porti, navi italiane più vicine alle nostre coste e creazione di hotspot in Nordafrica, segnatamente in Libia. Di tutto questo, Matteo Salvini ha parlato coi colleghi di governo nel Consiglio dei ministri di ieri sera, propedeutico al vertice informale sui migranti che si terrà domenica a Bruxelles, e al quale l'Italia sta pensando di non partecipare. Ma tutte queste sono solo questioni per il ministro dell'Interno "provvisorie", secondo quanto scrive il Corsera, perchè per il futuro il punto è "tenere fuori chi arriva senza titolo e cambiare il modo con cui è stata fin qui affrontata la questione". Ieri Salvini ha incontrato i due ministri austriaci "amici", Heinz Christian Strache e Herbert Kickl. E proprio quest'ultimo propone una totale ricollocazione dei non aventi diritto: "Stiamo lavorando a un progetto per creare nei Balcani hotspot dove avviare i richiedenti asilo che si sono visti respingere la domanda in Europa ma non vengono ripresi dai loro Paesi d'origine". Ovvero, proporre a Paesi come Albania, Serbia e Montenegro la creazione di hotspot contro il pagamento di consistenti somme come avviene già per la Turchia. Leggi anche: Immigrati, Kurz avverte l'Europa: "Non dovete imporceli, altrimenti spacchiamo la Ue"

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