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Di Maio accelera sui vitalizi

AdnKronos
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Roma, 22 giu. (AdnKronos) - "Questa è la settimana buona per abolire i vitalizi". Luigi Di Maioè tornato alla carica ieri sul versante caro al M5S: l'eliminazione di quello che viene percepito come il privilegio per eccellenza della 'casta' parlamentare. Il vice premier preme sull'acceleratore, forte di una spinta popolare favorevole, e anche sulla scorta di un lavoro in fieri che non è mai venuto meno in queste settimane di filo diretto nei contatti con il presidente della Camera Roberto Fico su tutti i fronti. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, tuttavia, il traguardo potrebbe non essere così a portata di mano, se non altro perché la decisione finale non può prescindere da un'attività congiunta con il Senato e la presidente Elisabetta Alberti Casellati. E proprio ai questori di palazzo Madama i colleghi di Montecitorio hanno fatto pervenire la lettera, molto tecnica, con cui il presidente dell'Inps Tito Boeri ha tracciato degli elementi di analisi dell'ipotizzata rivalutazione contributiva. In sintesi, sarebbero dolori, sia per chi ha versato poco in passato, sia per i futuri ex onorevoli. Al Senato i questori si attendono, dopo aver ricevuto il testo, che presto sarà possibile, forse già la prossima settimana, fissare un appuntamento congiunto in modo da affrontare specificamente questo aspetto, economico-finanziario, del dossier, mentre a palazzo Madama spettava quello più propriamente costituzionale e giuridico-amministrativo. C'è però un passaggio ineludibile, nelle intenzioni del presidente Fico: l'integrazione del 'plenum' dell'Ufficio di presidenza della Camera. Martedì prossimo l'aula è chiamata a eleggere tre segretari di presidenza. A quel punto, anche la pratica fondamentale dei vitalizi potrà arrivare, se non in dirittura finale, ad un punto di svolta. Come ricorda all'Adnkronos il questore della Camera Edmondo Cirielli (Fdi), uno degli elementi cardine della decisione finale dovrà essere quello dell'equità. "Solo un principio di equità potrebbe giustificare -dice- il superamento del principio di irretroattività. E il modello verso cui andare dovrebbe essere, sì, l'abolizione del vecchio vitalizio di stampo 'assistenziale', ma per sposare un sistema contributivo legato ad un moderno sistema di previdenza complementare". Nessuno si sbilancia con cifre definitive, ma alla fine l'obiettivo potrebbe comportare una decurtazione di circa il 25% degli importi attualmente percepiti. Il rischio da evitare, insomma, è che chi ha avuto diritto, in base alle leggi dell'epoca, ad una determinata prestazione, possa ritrovarsi di punto in bianco a rinunciare all'80-90% della somma. Fra i parametri da prendere in considerazione, anche il fatto che un tempo non esisteva un'autorità di riferimento in grado di fissare l'aspettativa di vita su cui calibrare le future pensioni. Un altro elemento, insomma, oltre a quello dei ricorsi e della necessaria inattaccabilità sul piano costituzionale, con cui dovrà misurarsi l'attuazione di uno dei punti cardine del contratto di governo tra M5S e Lega.

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