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Luca Zaia, il detonatore leghista sul governo: "Se ci dicono no...", l'avvertimento clamoroso

Gino Coala
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La luna di miele di questo governo con gli elettori che in gran massa ne hanno votato i partiti che lo compongono lo scorso marzo potrebbe finire molto presto se certi pilastri dei rispettivi programmi elettorali non venissero rispettati. Sul fronte leghista, per esempio, è il governatore del Veneto Luca Zaia in un'intervista al Corriere della sera a fissare paletti importanti sul futuro dell'esecutivo. Leggi anche: Erika Stefani, la ministra "più bella del governo" usa il pugno d'acciaio: "Ecco cosa prometto al Nord" Tra il governatore e il leader leghista Matteo Salvini l'intesa non è minimamente in discussione, anzi il sostegno è massimo quando si tratta di temi come l'immigrazione o la critica sull'Europa. Zaia non solo condivide con Salvini i principi, ma anche i modi: "A fare i buoni non si è portato a casa nulla. È urtante vedersi cucire addosso i panni delle pecore nere per far fare bella figura a loro. Ma quell'Italia con il cappello in mano è finita. Io non demonizzo l'euro - ha aggiunto Zaia - ma il modello non funziona e gli Stati uniti d'Europa, come dice John Lukàcs, non sono mai esistiti". La partita cruciale tra Zaia e il governo deve ancora arrivare. Il governatore non aspetta altro che poter dare un'accelerata al piano per l'autonomia, forte del referendum veneto-lombardo portato a casa con successo. Sul tema Zaia non ha intenzione di cedere un solo metro, visto che per il suo Veneto ha già chiesto tutte le 23 competenze oggi nelle mani del governo: "Il ministro Stefani è un'amica, la persona giusta al posto giusto. Ma credo che l'intero governo sappia che su questa partita si gioca tutta la sua credibilità. Io sono cosciente del rischio che corre il mio partito, se l'autonomia non andasse in porto sarebbe un autentico detonatore e sarebbe difficile tornare a chiedere il consenso dei veneti dopo che quasi il 60% ha votato per l'autonomia".

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