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Toni Capuozzo contro la piddina islamica Sumaya Abdel Qader: "Con il velo non puoi fare politica, non è integrazione

Gino Coala
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Scoppia la polemica contro il centrosinistra in maggioranza nel Consiglio comunale di Milano dopo la decisione di piazzare alla presidenza della Commissione cultura la consigliera islamica dem Sumaya Abdel Qader. A sollevare dubbi sull'opportunità della scelta è stato anche il giornalista Mediaset Toni Capuozzo, che mette subito in chiaro quale sia il problema dietro la figura di Abdel Qader. Leggi anche: Maryan Ismail, la verità sugli islamici italiani: "Vi dico io per chi votano" Le perplessità di Capuozzo si concentrano non tanto sulle critiche che a più riprese la consigliere ha sollevato contro Israele. "E ci mancherebbe altro non fosse legittimo". Il nocciolo del problema è la sua scelta "di portare il velo, scelta libera e rispettabile - dice Capuozzo - nella vita privata come in quella pubblica, mi fa dire che non è il profilo migliore per rappresentare le molte facce della cultura milanese. Se per Cultura, e cultura in una città europea, intendiamo anche valori irrinunciabili quali i diritti della donna, questa non è integrazione, è multiculturalismo distratto, facilone: il contrario di un dialogo franco, rispettoso ma intransigente sui diritti e sui doveri".

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