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Silvio Berlusconi non paga più, pignorati i conti di Forza Italia: il partito verso il crac

Davide Locano
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Oltre ai guai politici, per Forza Italia, ecco quelli finanziari. Già, perché il "bancomat" Silvio Berlusconi ha chiuso i cordoni della borsa e il partito, assediato dai crediti e dai conti correnti pignorati in banca, rischia il crac. Come riporta Repubblica, l'ultimo intervento del Cav a favore degli azzurri, al netto dell'obolo annuale pari a 100mila euro versato da Fininvest, risale a due anni fa: all'epoca, da Arcore arrivò una garanzia per una linea di credito di 3 milioni di euro concessa da una banca al partito. Poi il rubinetto si è chiuso: ora, la liquidità del partito - circa 2,5 milioni, stando alla relazione nell'ultimo bilancio - è stata fatta sequestrare dai fornitori che aspettano da tempo di essere pagati. Anche i soldi del 2 per mille sono stati congelati prima di arrivare a destinazione. I debiti del partito sono circa 100 milioni, di cui 91 nei confronti proprio di Berlusconi. Per inciso, FI è riuscita a gestire l'ordinaria amministrazione grazie al prestito bancario del 2016, sfuggito all'ondata di pignoramenti. Leggi anche: Terremoto-Cav, torna subito in Parlamento: chi gli lascia il posto La situazione, insomma, resta difficilissima: il partito per limitare i danni ha rottamato "diverse cartelle di pagamento di esercizi precedenti". Il dissesto finanziario ha costretto il commissario amministratore, Alfredo Messina, ad avviare una pesante ristrutturazione, si pensi che i dipendenti sono passati da 71 a 3. Poi, nel 2017, è scattata la caccia a ai parlamentari che non versavano al partito i contributi previsti: i versamenti sono saliti da 389mila a 684mila euro, anche se molte posizioni restano da saldare. Questi piccoli risultati hanno convinto Messina a non alzare bianca, a non arrendersi al crac finanziario di Forza Italia: si pensi che a inizio anno sono state riassunte 8 persone per garantire una struttura un poco più articolata al partito. Anche se senza il Cav non si va da nessuna parte: la speranza è che il ritorno di Berlusconi candidabile spinga lo stesso a riaprire i cordoni della Borsa.

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