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Diciotti, Matteo Salvini: "O gli immigrati vengono arrestati, o pagano gli armatori. Cos'è successo davvero?"

Davide Locano
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Alla fine di un lungo braccio di ferro, la nave Diciotti ha ottenuto l'ok allo sbarco a Trapani. Nessun arresto, solo due denunce per il presunto ammutinamento: ci si riferisce ai due immigrati che avrebbero minacciato il capitano e l'equipaggio della Vos Thalassa, che minacciavano di tornare in Libia. Un caso piuttosto misterioso, con accuse pesantissime che, man mano, sono state ridimensionate (la polizia, inviata a bordo, dopo le indagini-flash non ha trovato estremi per autorizzare gli arresti invocati da Matteo Salvini). Leggi anche: Senaldi: a violare la legge sono gli immigrati, non il governo E il ministro dell'Interno ha fatto il punto della situazione al termine della riunione informale con i colleghi Ue a Innsbruck: "Qua qualcuno prende in giro gli italiani. O gli immigrati che hanno aggredito e lo smentiscono e le autorità in caso di riammissione devono avvertire di conseguenza oppure ha mentito qualcuno che ha denunciato la violenza che non c'è stata. Se qualcuno ha mentito, deve pagare. Se sono stati gli immigrati, scendono in manette. Se sono stati gli armatori, pagano civilmente o penalmente ogni centesimo agli italiani", ha affermato Salvini. Altro punto spinosissimo è quello dell'ok allo sbarco della Diciotti a Trapani. Al termine di una convulsa mattinata, il via libera è arrivato con un comunicato dal ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli. E sembra da Innsbruck, Salvini ha aggiunto: "Io sono collegato da due giorni, so vita, morte e miracoli. Sto seguendo con interesse e passione umana e civile la vicenda. Io non do alcuna autorizzazione, chi la darà si prenderà la responsabilità politica o giuridica".

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