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Matteo Salvini, il piano per alzare le pensioni minime: tagliare gli assegni sociali agli immigrati

Gino Coala
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Passa da una completa revisione della spesa sugli immigrati il piano di Matteo Salvini per puntare a due punti cardine inseriti nel contratto di governo, cioè il taglio delle tasse e l'innalzamento delle pensioni minime. "Se gli italiani avessero voluto proseguire sulla linea di Monti, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni, avrebbero votato in modo diverso", ha spiegato in un'intervista al Corriere della sera. Leggi anche: Open Arms, Salvini: "Nessuna denuncia e abbiamo salvato e rimandato in Libia 40 immigrati" Entro la fine di agosto, i gruppi di lavoro leghisti e grillini dovranno trovare un'intesa di massima sulla sforbiciata alla pressione fiscale, che dovrebbe rientrare nella prossima manovra. E nelle mire del ministro dell'Interno, ce ne potrebbe essere abbastanza per tornare allo scontro con la Commissione europea: "Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consente di avviare la flat tax, poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescinedere dai numeri di Bruxelles". L'obiettivo di alzare le pensioni minime, cioè quelle sotto i 500 euro, non viene accantonato, ma solo rinviato di qualche mese. A L'Aria pulita su Italiaq 7 Gold Salvini ha ribadito di voler aumentare quegli assegni dopo aver "tagliato alcuni sprechi". Tra questi le pensioni sociali erogati agli immigrati, che sono arrivati in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari. Si tratta di persone sopra i 65 anni che non "hanno mai pagato una lira di contributi" e che costano ogni anno alle casse pubbliche circa un miliardo di euro. "Stiamo cercando il modo di andare a tagliare quelli che sono sprechi evidenti per reinvestirli nelle pensioni più basse, anche il taglio delle pensioni d'oro sono soldi da risparmiare per andare a reinvestirli nelle pensioni più basse".

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