Cerca
Logo
Cerca
+

Ponte Morandi, il tragico boomerang: indagine sul governo? Il retroscena che fa tremare Toninelli

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

L'inchiesta sul ponte Morandi di Genova crollato il 14 agosto rischia di coinvolgere anche il governo, e non solo come "parte civile". Non basta, infatti, puntare il dito contro Autostrade per l'Italia ("Non metteranno più una mano sui nostri ponti e le nostre strade", ha giurato il vicepremier Luigi Di Maio parlando con i genovesi ai funerali di Stato), perché le responsabilità potrebbero arrivare fino al Ministero dei Trasporti gestito da un altro grillino, Danilo Toninelli. Il governo, come ricorda il Giornale, è infatti "chiamato a controllare i lavori svolti dal concessionario". Leggi anche: Una tragica presa in giro, "come facevano i controlli sul ponte Morandi" Un ragionamento fatto anche dal suo predecessore Antonio Di Pietro, che nel 2007 da ministro firmò la convenzione con Anas per delegare all'ente il controllo delle opere del concessionario. Responsabilità ancora più diretta per il ministero da quando, nel 2013, il governo ha creato una struttura di vigilanza delle concessioni propria, autonoma da Anas. In caso di manutenzione carente o assente e verifiche inadeguate sullo stato del ponte Morandi (e di qualsiasi altra infrastruttura in concessione), insomma, il governo sarebbe responsabile di "omesso controllo". Altro che vittima, anche perché se davvero l'esecutivo proseguirà nell'iter che porta alla revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia è facile immaginare che nel processo per la strage (totalmente slegato dalla battaglia burocratica, è bene ricordarlo) gli avvocati dei Benetton chiameranno in causa proprio il Ministero, magari sul piano civile. A difesa di Toninelli c'è l'arco limitato di tempo del suo operato (è in carica da poco più di due mesi), ma la responsabilità sull'organizzazione del lavoro degli ispettori (e la mancanza di fondi a loro disposizione) oggi è a suo carico. Onori e oneri del potere. 

Dai blog