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Politica, Chaouki (Pd) critica la Kyenge: "Dia risposte concrete sull'immigrazione"

Cécile Kyenge

Fuoco amico: Lerner, Littizzetto, Sartori. Ora anche il deputato marocchino Chaouki. Il refrain: "Cécile, fai qualcosa"

Roberto Procaccini
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Il ministro per l'Integrazione Cecile Kyenge non va più bene neanche ai suoi compagni di partito. "La sua presenza in Parlamento non deve essere solo un modo per ripulirsi le coscienze. Non basta piangere e condananre, deve dare risposte concrete ai migranti", frecciata firmata Khalid Chaouki, deputato democratico di origine marocchina auto-rinchiusosi nel Cie di Lampedusa in protesta contro la Bossi-Fini. Bella batosta per Cecile, attaccata sull'argomento per lei più sensibile, l'immigrazione, da uno cui certo non può imputare il pregiudizio razzista. Kyenge, datti una mossa - Non è questo il primo colpo che il ministro incassa dal fuoco amico. Appena dieci giorni fa un maître à penser rosso come Gad Lerner ha posto una domanda cruciale: Cecile ne porterà di risultati concreti? "Noi che abbiamo gioito per la sua nomina a ministra dell'Integrazione, noi che ci siamo indignati per gli attacchi razzisti di cui è stata oggetto - scriveva Gad -, avvicinandosi la fine dell'anno e dopo il passaggio della verifica in cui Letta neanche una parola ha speso sui diritti di cittadinanza, vorremmo chiedere a Cécile Kyenge: porterà a casa qualche risultato?". E poi: "In che modo Cécile Kyenge intende esercitare la sua pressione, ed eventualmente la sua protesta, per ottenere i risultati, per esempio in materia di naturalizzazione dei minori nati sul suolo nazionale, che parevano maturi e invece paiono sfumare?". Lucianina e Sartori - Pure la sempre sinistra (e sempre velenosa) Luciana Littizzetto, abituale spalla satirica di Fabio Fazio, aveva espresso la propria perplessità sull'operato di Cecile. Durante il suo show radiofonico La Bomba su Radio Deejay ha dato voce a Mammeonline, associazione che chiede conto al ministro del perché non si sblocchi la questione delle famiglie italiane bloccate in Congo. Giovanni Sartori, editorialista del Corriere della Sera che certo non si può definire dal profilo conservatore, a più riprese si è occupato del titolare del dicastero all'Integrazione. In estate, quando il dibattito sulla Kyenge si infiammava su questioni laterali (la definizione di orango datale dal leghista Roberto Calderoli), il columnist la demoliva dal punto di vista politico: "Cosa c'entra l'integrazione con le competenze di un'oculista? - chiedeva - A chi deve la sua immeritata posizione la nostra brava Kyenge?". Pochi giorni fa, l'acclamato politologo antiberlusconiano del Corsera rincarava la dose: "Lo ius soli un provvedimento da dementi, Cecile vuole la negritudine". E così tramonta l'astro di un ministro, anche tra i suoi stessi amici.

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