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Matteo Renzi, tutte le figure retoriche usate in assemblea

Andrea Tempestini
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Anche il "nuovo che avanza", all'assemblea in cui, nei fatti, viene incoronato premier, diventa vecchio come l'assemblea stessa. Il teorico nuovo che avanza è Matteo Renzi, l'assemblea è quella del Pd. Quello del sindaco di Firenze, presidente del Consiglio in pectore, è un discorso colmo di retorica, di frasi fumose e, in verità, un po' ridicole. Frasi che hanno subito scatenato l'ironia di Twitter e dei social network. Frasi buone per il vecchio "rituale assembleare" dei democratici. Il miele - In primis quel concetto trito e ritrito dell'"uscire dalla palude", citato più volte dal segretario nel suo intervento in cui ha chiesto un nuovo governo e ha congedato Letta. "Se l'Italia chiede un cambio radicale - afferma un po' trombone - o lo fa il Pd o non lo fa nessuno. Vi chiedo di uscire dalla palude". Poi, per giustificare il suo scatto in avanti, Matteo spiega: "Ci sono dei momenti in cui chi ha responsabilità di guida all'interno di una comunità, associazione, partito politico è chiamato a nascondersi, in altri momenti ad ascoltare più che parlare, a camminare al passo dell'ultimo". Altra retorica, altre frasi fatte, altro "miele assembleare". Il megalomane - Renzi non scaccia le accuse di megalomania. Anzi le fa proprie e le nobilità: "Qualcuno ha scritto l'ambizione smisurata di Renzi e del Pd. Non smentisco queste parole - afferma -: c'è un'ambizione smisurata che dobbiamo avere, da me all'ultimo iscritto". Il trionfo della retorica (vuota) s'arricchisce poi di questo passaggio: "La Direzione non è un processo al governo perché qui si tratta non di dare un colpo al governo per ciò che è accaduto. Io vorrei capire se siamo in condizioni o meno di aprire una pagina nuova" (eccola, l'immancabile "pagina nuova"). Poi sulla staffetta, che per Matteo "non è una staffetta, perché la staffetta va nella stessa direzione, qui si prova a cambiare ritmo e velocità". Frasi che sembrano uscire dalla bocca dal recordman assoluto di figure retoriche, quel Pier Luigi Bersani che tanta confidenza ha e ha avuto con l'assemblea del Pd. Frasi che però sono tutte di Renzi. Il poeta - Poi la metafora ventilata: "Si rischia - si chiede retorico Renzi -? Certo, ma se il rischio lo dobbiamo correre anche noi, la disponibilità a correre il rischio deve essere presa con il vento in faccia". Già, il "vento in faccia" (sic!). Il top, il massimo, l'epitome dell'intervento, arriva però con la citazione de L'Attimo Fuggente: "Due strade trovai nel bosco e io, io scelsi quella meno battuta". E Walt Withman si rivolta nella tomba...

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