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Roma, la preside del liceo Virgilio: "Occupazioni, sesso tra studenti, cocaina e bombe carta, vi dico cosa succede"

Benedetta Vitetta
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Da settimane il Virgilio, storico liceo di Roma, è sotto i riflettori: bombe carta fatte esplodere nel cortile, video hard con studenti che fanno sesso in classe postato sui social, occupazioni con rave party e innaffiato da alcol e droga. A denunciare che ormai la situazione è fuori controllo è la preside, Carla Alfano, che ha definito gli episodi accaduti veri e propri "atti delinquenziali". Ma nelle ultime ore a fare notizia sono le polemiche scoppiate tra i genitori degli studenti divisi tra colpevolisti e assolutori. "È noto che questo sia sempre stato un liceo di sinistra" si sfoga al Corriere della Sera una rappresentante di classe, "ma siamo stufi che pochi arroganti, nostalgici del '77, dettino legge...Di fronte a fatti cosi gravi, ci sono adulti che minimizzano. Le bombe carta? Per loro sono una goliardata".  Lo scontro tra modelli educativi è ormai altissimo tanto che i più rigorosi stanno pensando di organizzare un sit-in di protesta contro i barricaderos. "Inutile provare a dialogare, non è mai servito" spiega al Corriere uno dei genitori, "finora siamo andati con i piedi di piombo perché quelli sono aggressivi. Mia figlia è la prima a raccomandarmi di moderare i toni, perché teme di essere bullizzata". A difendersi dalle accuse di voler sminuire i fatti accaduti è Marco Luzzatto, presidente del comitato genitori del Virgilio e padre di una liceale: "Non capisco perché si debba parlare in modo denigratorio di una scuola con 1.300 alunni continuando a inanellare una serie di episodi che accadono in ogni parte del mondo" dice, "perché nessuno ricorda che siamo primi nella classifica di Eduscopio per l'indirizzo scientifico?». E Luzzatto minimizza anche sulla droga circolata alla festa rave organizzata durante l'occupazione: "Lo spaccio c'è in tutte le scuole. Volete sapere dove si trova la migliore cocaina della città? Al Lucrezio Caro. I ragazzi hanno fatto una stupidaggine, non hanno ancora sviluppato il senso di responsabilità". 

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