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Armani Milano battuta al Forum dal Fenerbahce. Ora l'Eurolega è davvero in salita

Matteo Legnani
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Il povero Samardo Samuels, pivot dell'EA7 Emporio Armani Milano, sembrava uno zombie. Nell'anno e mezzo che ha giocato nell'Olimpia il pubblico milanese mai lo aveva visto impotente come nella sconfitta subita stasera al Forum di Assago dal Fenerbahce Istanbul 71-83. Quattro soli tiri presi (di cui due da tre, che non è esattamente la specialità della casa del giamaicano) con un solo canestro dal campo e zero tiri liberi tentati. Distrutto, annientato, lui che è un vero guerriero. Il problema del povero Samuels si chiama Shawn James, ed è il suo compagno di reparto, al posto del quale ha dovuto giocare questa prima metà della stagione vista l'assoluta inadeguatezza dell'americano a stare in campo. Una inadeguatezza dimostrata anche coi lunghi del Fenerbahce, con un paio di difese davvero imbarazzanti e appena un paio di rimbalzi messi a referto. Un disastro davanti al quale la società ha fin qui voluto chiudere gli occhi, per non aprire un "caso". Ma che appare ormai impossibile ignorare di qui a giugno. E non solo in chiave europea, visto che l'Eurolega dell'EA7 appare ormai compromessa. Anche in campionato, è impensabile che Samuels possa tirare la carretta fino in fondo, "tonnara" dei playoff compresa. Certo, i problemi non stanno solo sotto canestro. Dopo il "risveglio" di Malaga, con quelle due triple consecutive nel finale che avevano consegnato all'Olimpia il successo (fin qui il solo su quattro partite giocate in Top 16) sull'Unicaja, la (ex?) stella lituana è tornata sul lettino dello psicanalista, con un'altra partita abulica, costellata di falli e tante incertezze. La baracca, allora, l'ha tenuta su prima Alessandro gentile, che però poi ha finito per franare nei suoi soliti uno contro uno impossibili, e poi Marshon Brooks miglior realizzatore alla fine con 24 punti. All'ex di Nets e Lakers, che non è assolutamente giocatore da Eurolega, va riconosciuta almeno la capacità di inventare e creare in un attacco asfittico come forse mai lo era stato quello milanese negli ultimi anni. E qui ci si chiede: è il direttore d'orchestra (cioè coach Luca Banchi) che si è rimbambito o sono gli interpreti a essere talmente scarsi da non saper decentemente attaccare una difesa schierata (visto che il contropiede pare impossibile a questa squadra). Che dire degli altri? Il solito irritante Niccolò Melli ha fatto poco e pasticciato tanto, Daniel Hackett pare involuto nel regresso di gioco e risultati che questa squadra esprime in Europa (da domenica, però, lo si rivedrà finalmente in campionato). Ancor più smarrito pare David Moss (ex senza il punto di domanda) grande difensore che oggi si è aggirato per la bellezza di 20 minuti sul parquet del Forum di Assago. E su Joe Ragland è meglio sorvolare. La diversa qualità di squadra è emersa più volte nel corso della gara, con l'Armani che faticava due o tre minuti, imbroccando qualche possesso offensivo, per tornare a contatto. E il Fenerbahce che in pochi secondi la ricacciava a meno dieci. Il punto è uno solo: questa squadra è stata assemblata male la scorsa estate dal trio Proli-Portaluppi-Banchi. Si sbatte, lotta, ma contro certi avversari (quelli con cui l'anno scorso giocava alla pari) proprio non ce la fa. I campioni li aveva, ma li ha lasciati andare via. E l'impressione, sempre più reale e concreta, è che senza vi si metta mano, si trovi in un vicolo cieco. Ora in coppa, più avanti anche in campionato, quando il gioco si farà serio. di Matteo Legnani

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