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Italiani? Popolo ‘senza tempo' “2 ore sono un bene di lusso!”

Maria Rita Montebelli
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Quanto vale il tempo per gli italiani? Sembrerebbe proprio molto anzi… moltissimo! Se è vero che un terzo degli italiani non ha mai tempo e più della metà ne vorrebbe di più per sé. Oggi il tempo è denaro ed è considerato come un vero ‘bene di lusso': per avere 2 ore in più in una giornata gli italiani rinuncerebbero a una bella automobile, a un gioiello o a uno smartphone di ultima generazione. L'86% della popolazione è dunque consapevole di come il tempo sia un ‘valore' da non sprecare, ancora più prezioso quando si ha un'esperienza diretta di una malattia seria, come ad esempio un linfoma. È quanto emerge dall'indagine “Italiani fuori tempo” svolta per il lancio di “Ritorniamo al Futuro - Più tempo contro il linfoma”, campagna informativa itinerante che vuole aumentare la consapevolezza della popolazione sul linfoma non-Hodgkin, la forma più diffusa di linfoma che colpisce ogni anno 386 mila persone nel mondo e più di 12 mila italiani, e sul valore del tempo per le persone con questa malattia. La campagna è promossa dall'Associazione Nazionale Banche del Tempo con il supporto di Roche. Orologi indietro di 2 ore! Da oggi le lancette degli orologi italiani potrebbero girare al contrario. La campagna “Ritorniamo al Futuro - Più tempo contro il linfoma” vuole infatti spostare indietro di 2 ore gli orologi: è il gesto simbolico che caratterizza il progetto e che sottolinea quanto sia prezioso il tempo. Un “bene” importante per tutti e che, quando si ha una malattia ematologica come un linfoma non-Hodgkin, incide ancor di più sulla qualità di vita della persona, dal momento della diagnosi alla terapia. Si inizia spostando le lancette dello storico orologio di Palazzo Giureconsulti a Milano, a due passi da Piazza del Duomo, e sul web con la sfida fotografica #ritorniamoalfuturo sul social network Instagram. La campagna proseguirà poi nel 2015 con gli storici orologi di altre città italiane. “Non euro, dollari o sterline, ma tempo a disposizione. Il tempo è forse oggi l'unica forma di democrazia assoluta: perché un'ora di consulenza informatica vale come un'ora ricevuta per pulire le verdure o per rammendare un vestito. Il tempo è uguale per tutti. Proprio da questo principio e dalla consapevolezza del valore del tempo è nata la Banca del Tempo: un istituto di credito particolare dove i correntisti si scambiano attività pagando con la moneta-tempo. Sul sito www.associazionenazionalebdt.it è possibile scambiare 2 ore del proprio tempo per sostenere la campagna di informazione ‘Ritorniamo al Futuro', contribuendo così a sensibilizzare gli italiani sul linfoma non-Hodgkin e su come il tempo influisca direttamente sulla qualità di vita delle persone, ancor di più dei pazienti”, dichiara Marialuisa Petrucci, presidente dell'Associazione Nazionale Banche del Tempo. Il linfoma non-Hodgkin. Si tratta di una malattia tumorale del sistema linfatico che, come spiega il professore Maurizio Martelli, Dipartimento Biotecnologie Cellulari ed Ematologia Università La Sapienza di Roma “si sviluppa per un'alterazione delle cellule linfocitarie contenute all'interno di organi come i linfonodi, la milza e il midollo osseo. Si tratta di una malattia molto eterogenea: sono stati infatti descritti numerosi tipi di linfoma non-Hodgkin, ognuno dei quali è caratterizzato da un diverso andamento clinico e prognostico. Pertanto, ci possono essere delle forme molto aggressive che devono essere trattate rapidamente ed altre forme più indolenti nelle quali il trattamento può anche essere posticipato. Infine, nei pazienti in trattamento chemioterapico non si deve dimenticare l'impatto che la malattia ha sul loro tempo quotidiano. Le persone sono infatti costrette a passare molto tempo in ospedale, con lunghe attese e infusioni di farmaci della durata anche di quattro-sei ore, con un significativo peggioramento della qualità di vita”. “Grazie al progresso terapeutico - commenta la professoressa Enrica Morra, referente scientifico della Rete Ematologica Lombarda - sono stati fatti enormi passi avanti negli ultimi 10-15 anni e oggi il linfoma non-Hodgkin è fortunatamente una malattia trattabile, con le possibilità di cura nelle forme più aggressive che hanno ormai raggiunto il 70-80% dei casi. È però importante non perdere tempo e garantire a tutte le persone, in ogni parte d'Italia, la possibilità di accedere con tempestività e in completa sicurezza alle moderne modalità di cura per le malattie del sangue, qualunque sia il grado di complessità terapeutica richiesto dalla patologia. In particolare, le terapie innovative includono sia farmaci che procedure di cura ad alta complessità. Per questo è fondamentale lo sviluppo delle Reti Ematologiche in tutto il Paese, seguendo l'esempio di quella lombarda, alla quale oggi afferiscono ben 106 strutture del settore pubblico e privato”. Nonostante sia il tumore del sangue più diffuso, 4 italiani su 5 non hanno mai sentito parlare di linfoma non-Hodgkin. La popolazione sembra invece avere più conoscenza dei linfomi in generale, con il 77% che dichiara di averne sentito parlare. Eppure, solo un terzo li definisce correttamente come una forma tumorale maligna del sangue (31%). “È importante fare corretta informazione sul linfoma non-Hodgkin, che risulta ancora poco conosciuto e addirittura ignorato da circa l'80% della popolazione. Come azienda fortemente impegnata nelle neoplasie ematologiche, Roche sostiene fortemente campagne volte ad aumentare la consapevolezza e la corretta informazione verso queste patologie – afferma Roberto Scalamogna, Therapeutic Area Leader Haematology di Roche S.p.A. – Con la campagna ‘Ritorniamo al Futuro - Più tempo contro il linfoma' abbiamo voluto, inoltre, sottolineare come il tempo sia un fattore cruciale sia per ottenere una prognosi favorevole, sia quando parliamo di qualità di vita dei pazienti. La ricerca e il progresso scientifico vanno, infatti, nella direzione di dare alle centinaia di migliaia di persone che nel mondo convivono con il linfoma non-Hodgkin più tempo di vita e di qualità”. Da oggi su Instagram, il famoso social network per la condivisione delle immagini, gli italiani sono invitati a rappresentare con una foto il valore del tempo e che cosa significano per loro “2 ore in più”. Per partecipare al challenge fotografico, organizzato in collaborazione con gli Instagramers Italia, è sufficiente postare il proprio scatto e condividerlo con l'hashtag #ritorniamoalfuturo. La campagna “Ritorniamo al Futuro - Più tempo contro il linfoma” continua nel 2015 in tutta Italia, con le prime quattro tappe che toccheranno Emilia Romagna, Lazio, Campania e Puglia. (LARA LUCIANO)

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