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Videogiochi, i rischi per la salute: dalla psico-dipendenza al diabete

Secondo le più recenti ricerche scientifiche i videogame possono causare diabete, insonnia, obesità e persino Alzheimer. Un interessante articolo pubblicato nei giorni scorsi su ‘Diario del web'

Maria Rita Montebelli
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I ragazzi di oggi non conoscono più l'essenza del divertimento che solo noi adulti abbiamo sperimentato nei migliori anni della nostra vita. Corse, partite di pallavolo, giri in bicicletta. Questo era – un tempo – il vero piacere. Oggi non ci si muove più, i rapporti sociali sono ridotti all'osso e filtrati da uno schermo. Oppure si passa decisamente alla vita virtuale fatta di pc, smartphone e videogame. Ma i rischi per la salute sono molti. Ecco cosa ne pensano le ultime ricerche scientifiche. Perché si usano tanto i videogiochi e Facebook? E' una domanda che molti genitori si pongono. Infine, i nostri figli hanno maggiori possibilità di uscire, di confrontarsi con i propri coetanei, di fare esperienze lontano da casa. E invece si chiudono in una stanza di 20 metri quadri armati di play station o pc. Secondo Maurizio Crivellaro, psichiatra di Torino, «Facebook, alla stregua dei giochi elettronici, utilizzati in modo incongruo possono, nel tempo, determinare degli aspetti patologici. Bisogna considerare che internet non fornisce solo una paradisiaca fuga dalla realtà, ma anche uno stato che permette di superare i limiti personali o spazio temporali. Questo, ovviamente, permette al soggetto anche di avere un senso di onnipotenza: per esempio la persona è reperibile costantemente. Per il soggetto patologico l'altro costituisce un oggetto della propria attività ma non viene vissuto come una controparte in cui si vive un rapporto di reciprocità». Si rischia il diabete. I videogame costringono bambini e adolescenti a stare molte ore fermi. Dopo la scuola, il ragazzo dovrebbe uscire e fare un po' di attività fisica, invece è molto probabile che passi gran parte del pomeriggio incollato davanti ai videogame. Tra i vari rischi per la salute c'è persino quello di sviluppare il diabete di tipo 2. «Una delle preoccupazioni più significative di tutta questa crescente epidemia di diabete è l'aumento dell'incidenza di questa patologia nei bambini», spiega il dottor Amruta Thakkar, consulente di pediatria presso il Columbia Asia Hospital. Secondo i ricercatori, quindi, non è poi un'idea così bella offrire uno smartphone o una consolle di gioco a un bambino, meglio dar loro la possibilità di giocare all'aperto e regalare bici, skateboard, pallone. Il problema insulino-resistenza. Uno studio che ha convolto le scuole di Londra, Birmingham e Leicester condotto su oltre 4 mila ragazzi di 9-10 anni ha voluto valutare i fattori di rischio cardiovascolare e metabolico controllando il livello di glucosio nel sangue a digiuno, i marker infiammatori, grasso corporeo e pressione sanguigna. Dai risultati è emerso che i bambini che stanno più ore davanti a uno schermo hanno il più alto rischio di insulino-resistenza. Il problema si aggravava se superavano le 3 ore. In tal caso vi era anche un aumento di leptina, un ormone collegato ad appetito e livelli di glucosio a digiuno. I bambini che usano i videogame più a rischio insonnie e obesità. Come se non bastasse, usare troppi videogame può predisporre il bambino a un maggior rischio di obesità. Senza considerare che i videogiochi possono anche alterare la qualità del sonno. Un recente studio, pubblicato su PloSone e condotto su ragazzi dai 10 ai 17 anni, ha evidenziato la stretta relazione che c'è tra l'abuso di videogame, la salute cardiovascolare, l'obesità e la qualità del sonno attraverso l'utilizzo di appositi monitor. I risultati, infatti, mostrano che la dipendenza da videogame alterava la qualità del sonno e, di conseguenza, tanti disturbi a esso correlati: tra questi pressione sanguigna elevata, innalzamento del colesterolo LDL, trigliceridi e insulino-resistenza. «Questo è un fenomeno importante da capire. Stiamo notando che alcuni bambini e ragazzi a sviluppano gravi sintomi di dipendenza nei confronti dei videogiochi», ha dichiarato la dottoressa Katherine Morrison. Pericolo Alzheimer. Secondo i risultati di una recente ricerca condotta dall'Università di Montreal (Canada), l'utilizzo indiscriminato di videogame può portare problemi neurologici come la malattia di Alzheimer. Lo studio, coordinato dal dottor Gregory West, ha mostrato che i videogiocatori sono molto più propensi a usare strategie di navigazione che si basano sul sistema di ricompensa del cervello (del nucleo caudato) e non sul sistema di memoria spaziale del cervello (l'ippocampo). Quindi, le persone che trascorrono molto tempo a giocare potrebbero subire una riduzione dell'integrità dell'ippocampo, fortemente associata a un aumentato rischio di malattie neurologiche – tra cui anche l'Alzheimer. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, ha anche stimato all'età di 21 anni, un ragazzo mediamente ha passato più di 10 mila ore davanti a un videogioco. Tale tendenza ha un impatto sul nucleo caudato del cervello, che contribuisce all'elaborazione di alcune funzioni cerebrali, tra cui la vista e il movimento. Tutto questo a discapito dell'uso di un'altra regione del cervello nel sistema limbico, chiamata ippocampo – che svolge un ruolo fondamentale nella memoria a lungo termine, nella navigazione spaziale e nella gestione delle emozioni. Perdita delle emozioni. «In situazioni gravi, addirittura si ha la sensazione di non percepire più emozioni. Questo determina una dispersione della propria identità, una dispercezione della realtà e altri sintomi legati ad astinenza, distorsione del ritmo sonno/veglia, attacchi di rabbia. Anche in questo caso conviene fare un buon utilizzo dell'esperto che può aiutare il soggetto a mettersi in contatto con queste emozioni, riconoscerle e, nel tempo, nominarle e modularle. Questo lavoro si può fare individualmente o in situazioni di gruppo. In alcuni casi può anche chiedere la collaborazione con la famiglia», spiega il dottor Crivellaro. Gli effetti dei videogame sul cervello. I videogame portano - a sorpresa – anche effetti positivi sul cervello. Il primo di questi è che creano svariati collegamenti tra diversi gruppi di neuroni a livello cerebrale. «Molte delle differenze che abbiamo trovato possono essere considerate miglioramenti, ma può essere che i cambiamenti in positivo siano inseparabili dai problemi che si portano dietro – spiega Jeffrey Anderson, principale autore dello studio – L'iperconnettività tra più reti neurali potrebbe portare a una maggiore abilità di indirizzare l'attenzione verso determinati obiettivi, o di riconoscere rapidamente le nuove informazioni in un ambiente. I cambiamenti potrebbero, perciò, portare a pensare con maggiore efficienza». La ricerca è stata condotta dall'University of Utah School of Medicine (Usa) e della Chung-Ang University (Corea del Sud). D'altro canto gli stessi ricercatori mettono in guardia da un utilizzo costante che può portare al cosiddetto Internet gaming disorder. Un disturbo che porta il videogiocatore cronico a non avere alcun interesse per la realtà. Ma non solo: sono tanti gli adolescenti che diventano particolarmente distratti, hanno poca attenzione e scarsissimo autocontrollo. Tutto ciò può essere un vero e proprio problema all'interno di una società come la nostra. E non dimentichiamo che nei casi più gravi il ‘videogamer' ritiene che la vita reale sia, infine, solo un gioco. Ed è così che commette crimini o uccide esattamente come fa nei videogame. Meglio intervenire in tempo, finché se ne ha la possibilità. (STEFANIA DEL PRINCIPE)

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