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Lucio Buratto: “va fermatal'avanzata della maculopatia”

Un'indagine nazionale ha rilevato che gli over cinquantenni italiani non conoscono la degenerazione maculare (Dm) legata all'età e, ancor peggio, non sanno che basta un semplice esame per prevenirla

Maria Rita Montebelli
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Gli over-cinquantenni conoscono i rischi legati alla degenerazione maculare (Dm), o maculopatia, legata all'età? Un'indagine nazionale realizzata dall'istituto di ricerca Lorien consulting in collaborazione con il Centro ambrosiano oftalmico (Camo) ha risposto a questa domanda. I risultati della ricerca sono stati presentati con il patrocinio del ministero della Salute e mettono in luce delle problematiche molto urgenti. Le cifre. L'indagine ha stimato che a soffrire di Dm sia un milione e 400mila di italiani. i sofferenti risultano essere in prevalenza donne – 69 per cento contro il 54 per cento del totale – provenienti dal Nord Ovest – il 40 per cento –  e con una maggiore concentrazione di ultraottantenni che rappresentano il 54 per cento del campione. Nonostante sia una malattia diffusa, è ancora molto scarsa la conoscenza tra gli over50 che non ne sono affetti: il 32 per cento afferma di conoscerla, ma solamente l'11 per cento riesce a darne spontaneamente una definizione più precisa e a ricordarne alcuni degli effetti principali, tra cui la percezione di macchie scure – gli scotomi – e di distorsioni che arrivano a provocare la perdita della vista. Il passaparola è il principale canale di comunicazione (10 per cento), mentre ancora molto bassa è la percentuale di persone che ne hanno sentito parlare tramite i media tradizionali. Ma la principale differenza risiede nella percezione della gravità della malattia, stimatautilizzando una votazione da 1 a 10: per gli ultracinquantenni italiani il punteggio medio è pari a 7, dove però, più della metà del campione non sa indicare nessun voto, mentre chi ne soffre esprime in media un giudizio di 8,7, con un 54 per cento che indica un voto tra 9 e 10. La maggior parte del campione – 74 per cento – non sa inoltre che basta un semplice esame oculistico, oltre agli esami più specifici, per ottenere una diagnosi della malattia. L'allarme a livello globale. Le cifre sono drammatiche e non lasciano dubbi: entro una trentina d'anni la cecità della popolazione mondiale triplicherà e i non vedenti passeranno da 40 a oltre 120 milioni. Nell'ultima sessione dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i suoi esperti hanno affrontato questo stato di calamità generale per raccomandare agli stati membri di attuare misure di prevenzione e diagnosi. Secondo le stime dell'Oms, in tutto il mondo 349 milioni di persone sono considerate dipendenti da cure, tra queste il 30 per cento – pari a circa 101 milioni – sono persone di 60 anni e oltre. La causa prima è dell'invecchiamento della popolazione; ma giocano un ruolo cruciale anche stili di vita nocivi, come il fumo, e soprattutto il diabete. Recentemente è stato pubblicato dal Lancet public health una analisi condotta da un team internazionale su 190 paesi che ha rilevato come il trend dei difetti visivi della popolazione mondiale e in particolare della cecità stia aumentando quasi esponenzialmente. Secondo le stime dello studio pubblicato dal Lancet i difetti visivi, seppure meno gravi della cecità completa ma che comportano una qualità di vita disagiata, passeranno da 200 a 550 milioni di persone colpite. L'esame salva-vista. Nelle raccomandazioni dell'Oms viene sottolineato che i paesi più industrializzati la cui attesa di vita ha ormai superato gli 80 anni sono a maggior rischio. La degenerazione maculare colpisce prevalentemente la popolazione anziana. E l'Italia diventa un paese a grande rischio. “Ecco perché è indispensabile – spiega Lucio Buratto, direttore scientifico del Camo – un'azione di informazione capillare perché, come dall'indagine demoscopica che ho fatto realizzare, traspare che solo il 10 per cento degli intervistati conosce che cosa sia la maculopatia e quali gravi conseguenze comporta”.  Un modo per fermare questa devastante patologia esiste: si chiama tomografia a coerenza ottica (Oct), un esame molto accurato e non invasivo, che richiede meno di due minuti, che non dà falsi positivi, né falsi negativi. “È cruciale fare l'Oct – afferma il professor Francesco Bandello, ordinario di oftalmologia dell'università Vita e Salute del San Raffaele – perché permette una diagnosi precisa ma soprattutto è indispensabile fare l'esame precocemente, alle prime avvisaglie dei sintomi della malattia. Come sempre in medicina è la prevenzione la strada della salute”. Mese della prevenzione. L'indagine demoscopica precede la campagna nazionale il ‘Mese della prevenzione', iniziativa coordinata dall'Ospedale San Raffaele di Milano e dal Camo, con il Patrocinio del Ministero della Salute. La campagna offre ai cittadini un mese di visite gratuite presso 15 centri di eccellenza su tutto il territorio per diagnosticare questa patologia. “Proprio perché siamo consapevoli che la popolazione ignora la gravità della maculopatia – commenta Buratto - abbiamo deciso di attuare questo grande screening con una task force di specialisti. Vogliamo fermare questa epidemia che porta grave compromissione della vista”. (EUGENIA SERMONTI)

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