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L'Fda approva Acalabrutin per il ‘linfoma mantellare'

Il farmaco inibitore di Acerta Pharma, centro di ricerca e sviluppo di AstraZeneca, approvato con procedura accelerata, sarà destinato ai pazienti già precedentemente sottoposti a trattamento

Maria Rita Montebelli
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La Food and drug administration (Fda) americana ha disposto l'approvazione accelerata per acalabrutinib, dell'azienda biofarmaceutica AstraZeneca, insieme con il suo centro di ricerca e sviluppo in ematologia Acerta Pharma. Il farmaco, concepito per la cura di pazienti adulti affetti da linfoma a cellule mantellari che hanno già ricevuto almeno un trattamento, agisce da inibitore della tirosin-kinasi e rappresenta una nuova frontiera nella cura dei tumori del sangue. In seguito all'alto tasso di risposta globale ottenuta, l'approvazione di acalabrutinib ha potuto godere della procedura accelerata da parte dell'Fda, procedura riservata ai farmaci destinati al trattamento di patologie gravi: i dati registrano una risposta globale raggiunta dall'80 per cento dei pazienti che hanno ricevuto il farmaco, con il 40 per cento che ha ottenuto una risposta completa. Il Professor Robin Foà, direttore del Centro di ematologia del policlinico Umberto 1, Università ‘Sapienza' di Roma ha dichiarato: “L'approvazione da parte di FDA di acalabrutinib per il trattamento di pazienti con linfoma mantellare che non hanno risposto alla terapia o che sono recidivati rappresenta una importante novità nella gestione clinica di questi pazienti. Il linfoma mantellare è un tumore del sangue aggressivo solitamente diagnosticato in uno stadio avanzato e associato ad elevate probabilità di recidiva. Questa nuova possibilità terapeutica - per il momento non disponibile in Europa – potrà offrire nuove prospettive per i pazienti che soffrono di questa patologia. In aggiunta al tasso di riposta globale osservata in pazienti precedentemente trattati, l'alta percentuale di risposte complete (40 per cento) emerso da questo studio dimostra il potenziale di acalabrutinib per il trattamento di pazienti con linfoma mantellare”. (FEDERICA BARTOLI)

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