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L'assistenza ai pazienti cronici,la sfida della Regione Lombardia

In seguito alle importanti sperimentazioni di presa in carico dei pazienti cronici avvenute negli ultimi anni, la Regione Lombardia è pronta per un nuovo progetto a partire dal 2018

Maria Rita Montebelli
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‘Modello lombardo, la presa a carico del paziente cronico', è il titolo dell'evento organizzato a Milanonei giorni scorsi da Motore Sanità e incentrato sulla nuova sfida che la Regione Lombardia ha intenzione di lanciare a partire da gennaio 2018. Il sistema sanitario della Regione infatti, caratterizzato da livelli di eccellenza sia per quanto concerne le strutture ospedaliere disposte sul territorio, sia in termini di personale medico, intende inaugurare un progetto rivolto alla costruzione di un ‘modello di presa in carico del paziente cronico' già dall'inizio del prossimo anno. Giovanni Daverio, direttore generale welfare Regione Lombardia, ha inaugurato l'incontro sottolineando l'importanza del tema della cronicità sia nel contesto attuale, che nel prossimo futuro. “A fronte del fenomeno dell'invecchiamento della popolazione, per il quale Regione Lombardia ha sempre garantito ai malati cronici una rete molto solida, ora necessita di un adeguamento di processo, di approccio e di organizzazione – ha detto il direttore generale – la popolazione anziana si incrementa nell'arco di 5 anni, ma tutto questo richiede attenzioni di carattere diversificato perché il 30 per cento popolazione che ha malattia cronica assorbe il 70 per cento delle risorse. La patologia cronica ha bisogno di accompagnamento che dev'essere supportato da un lato da una corretta diagnosi e dai Pdta e dall'altro vi è la necessità di attivare strutture che siano in grado di garantire questo accompagnamento. Il medico di medicina gioca un ruolo fondamentale e sono già 2575, pari al 48 per cento del totale, quelli che hanno aderito al modello di presa in carico, 294 gestori, 1071 erogatori, e 402 pediatri di libera scelta pari al 36 per cento del totale”. Il vice segretario nazionale Fimmg e responsabile area comunicazione Fiorenzo Corti, è intervenuto approfondendo la questione della gestione della cronicità e del ruolo dei medici di medicina generale. “Quello che si vuole mettere in piedi da un punto di vista di gestione della presa in carico del paziente cronico, è un'organizzazione che preveda: un centro servizi, un medico, un infermiere e un supporto informatico – continua Corti - se il paziente sceglierà come gestore una cooperativa di medici di famiglia, il centro servizi organizzerà gli appuntamenti per esami e visite proposte dal proprio medico di famiglia, che deciderà quale terapia proporre, sempre in uno stretto rapporto di fiducia con il proprio cittadino assistito”. Gabriella Levato, medico di medicina generale, Fimmg Lombardia, ha parlato del Piano assistenziale individuale (Pai), la cui stesura sovrintende la gestione dei pazienti cronici e il cui monitoraggio costante consente di conoscere l'effettiva compatibilità del paziente con il piano terapeutico e con l'intero percorso di cure. “Siamo molto orgogliosi del ruolo che le farmacie assumeranno nella nuova presa in carico dei pazienti cronici che vede Regione Lombardia all'avanguardia nel nostro paese – spiega Annarosa Racca, presidente Federfarma Lombardia – questo permetterà di fare più aderenza alla terapia e con la loro rete potranno essere le protagoniste. Il sistema farmacia con il suo impegno, insieme a Ats e Regione affronteranno al meglio questa importante sfida”. La sessione pomeridiana è stata introdotta da Giulio Gallera, l'assessore al welfare Regione Lombardia, che ha sottolineato come “in Regione Lombardia vivano 3,3 milioni di persone affette da patologie croniche, il 10 per cento dell'intera popolazione, e assorbono il 70 per cento dell'intera quantità di risorse della sanità lombarda. Questo sistema di rete di presa in carico migliorerà in maniera significativa e notevole la qualità della vita del paziente cronico – continua l'assessore - significherà meno stress, meno code, meno preoccupazioni, più accompagnamento, più facilità e più serenità. Anche il privato è un driver fondamentale, è un grande partner, è una realtà che non fa speculazione ma fa servizio pubblico in maniera egregia, efficace ed efficiente e noi ne siamo molto orgogliosi”. Fabio Rolfi, presidente III commissione permanente sanità e politiche sociali Regione Lombardia nonché moderatore della tavola rotonda “La riforma lombarda della cronicità un work in progress”, ha sottolineato la complessità della materia della vecchia legge che meritava un approfondimento: “il tema odierno va affrontato in maniera strategica e con una visione prospettica di sostenibilità focalizzando l'obiettivo politico sul cambiamento demografico e su una migliore qualità delle cure”. Alessandro Colucci, presidente della I commissione permanente, programmazione e bilancio della Regione Lombardia ha affermato che “vi è la necessità di cambiare la risposta sanitaria con la risposta sociale, individuando al meglio i bisogni di salute e migliorando i servizi per il cittadino. La prima chiave di successo è il dialogo tra le varie istituzioni. Altro aspetto importante è garantire la libertà di scelta da parte del cittadino del gestore in modo da farli vivere più a lungo e nel miglior modo possibile”. Carlo Borghetti, componente III commissione permanente sanità e politiche sociali Regione Lombardia, ha espresso qualche perplessità sulla fase attuativa della riforma: “Il momento delle elezioni che è alle porte sarà un ulteriore rallentamento della riforma e non possiamo permettercelo con un tema così importante come quello della presa in cura dei pazienti cronici”. Il Consigliere suggerisce di mettere in campo gli stakeholder come farmacie, strutture pubbliche e private e Mmg, affinché il sistema sia integrato e il cittadino possa accedere liberamente con una garanzia di appropriatezza delle cure. A concludere la giornata Angelo Capelli, vicepresidente III commissione sanità e politiche sociali, estensore e relatore della Riforma socio-sanitaria lombarda: “Libertà di scelta e sussidiarietà sono due principi chiave della presa in carico del paziente. La prima, significa assicurare al paziente il diritto di scegliere tra i diversi operatori, garantendo il pluralismo oltre a una corretta e vigilata concorrenza. Sussidiarietà significa che ognuno può e deve fare il suo, in una logica pienamente integrata e orientata a far emergere le migliori prassi e realtà, seguite dall'attenta attività di controllo svolta dal Ssl: l'Ats programma, acquista e controlla in collaborazione e sotto la guida della Regione, mentre gli erogatori pubblici (Asst in primis) e privati accreditati devono essere sempre più messi in grado di sviluppare una rete con l'aiuto di ogni componente professionale del territorio”. (FEDERICA BARTOLI)

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