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Insuline glargine e deglutec2 studi Sanofi le confrontano

Due nuovi studi comparativi - il ‘LIGHTNING' e il ‘Deliver D' – condotti dall'azienda francese evidenziano la compatibilità degli effetti dell'insulina glargine 300ml con altre insuline basali

Maria Rita Montebelli
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Il passaggio a una terapia insulinica basale con l'assunzione dell'insulina glargine 300 ml in pazienti con diabete di tipo 2 precedentemente sottoposti a terapia con insulina deglutec ha registrato un numero simile di eventi ipoglicemici, nonché un'analoga diminuzione del valore di emoglobina glicata (HbA1c). Lo dimostrano i risultati di due studi comparativi condotti nella pratica clinica quotidiana (il ‘LIGHTNING' e il ‘Deliver D'), i cui risultati sono stati presentati durante il ‘World congress on insulin resistance, diabetes & cardiovascular disease' svoltosi recentemente a Los Angeles, che rientrano nel programma di studi comparativi che stanno mettendo a confronto l'efficacia dell'insulina glargine rispetto all'insulina deglutec e le analisi osservazionali sono basate su database statunitensi. “Grazie all'approccio di appaiamento utilizzato nei due studi, medici e decisori sanitari avranno a disposizione ulteriori risultati per valutare Toujeo in un contesto di real life – ha affermato Riccardo Perfetti, Head of global diabetes medical team di Sanofi – I dati che valutano il rischio di eventi ipoglicemici possono anche aiutare a educare gli operatori sanitari sulle opzioni di trattamento”. Entrambi gli studi appartengono al programma realizzato dalla società farmaceutica Sanofi di analisi osservazionali retrospettive che mettono a confronto in un contesto di real life, l'insulina glargine con altre insuline basali. Ad esso appartiene anche lo studio BRIGHT, i cui risultati saranno presentati in maniera completa nel 2018: anche in questo caso l'insulina glargine è stata confrontata con insulina deglutec circa il suo effetto sui livelli di emoglobina glicata, con la valutazione in percentuale del numero dei pazienti che possono registrare reazioni avverse e il numero e la frequenza degli eventi ipoglicemici nel corso dello studio. In questo caso, sono stati presi in analisi 929 soggetti con diabete di tipo 2 non trattato precedentemente con farmaci non-insulinici. “Le insuline di ultima generazione a lunga durata d'azione hanno già dimostrato una significativa riduzione della glicemia in soggetti adulti con diabete – ha aggiunto Riccardo Perfetti – Per medici e pazienti, gli eventi ipoglicemici rimangono un aspetto importante che limita fortemente un'efficace gestione della glicemia nelle persone con diabete. Questi primi dati clinici comparativi che valutano somiglianze e differenze tra queste due insuline, non solo in termini di efficacia, ma anche in merito a importanti aspetti di sicurezza, come gli eventi ipoglicemici, possono aiutare i medici nelle loro decisioni terapeutiche. Ora attendiamo con grande interesse i risultati completi di questo studio”. (FEDERICA BARTOLI)

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