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Ecco il laser che riesce a curarecicatrici ipertrofiche e cheloidi

La chirurgia estetica ad oggi riesce a trattare anche tessuti cicatriziali difficili. Tempestività e uso delle metodiche più appropriate e moderne sono la chiave per risolvere il problema

Maria Rita Montebelli
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La cicatrice è il risultato del processo di guarigione di una ferita o in generale di un trauma della pelle. Purtroppo per alcune persone questo processo fisiologico di riparazione di un danno, si trasforma in formazioni spesse, arrossate, pruriginose a volte dolenti, che ricordano costantemente l'evento traumatico che le ha provocate e possono comportareanche problematiche psicologiche importanti. L'impatto psicologico può essere pesante, modificare la percezione di sé e diventare una preoccupazione costante, soprattutto quando si tratta di cicatrici ipertrofiche o cheloidi. Esistono tuttavia metodi che possono migliorare considerevolmente l'aspetto di questi tessuti cicatriziali particolarmente ostici.Per curare queste lesioni, le ultime novità nel campo della chirurgia estetica indicano il laser come soluzione ottimale e poco dolorosa. “I disagi riferiti da persone che presentano cicatrici ipertrofiche o cheloidi riguardano l'aspetto estetico e funzionale della lesione – afferma Giovanni Cannarozzo, professore presso l'università di Tor Vergata Roma e responsabile dell'ambulatorio di laserterapia del Policlinico di Tor Vergata - la chirurgia estetica è storicamente e culturalmente il riferimento dei pazienti che presentano esiti cicatriziali, ma in realtà per molte cicatrici la laserterapia offre soluzioni importanti. Il Dye laser 595 nm ha un'azione sul tessuto vascolare che sostiene ed alimenta la cicatrice ipertrofica vascolarizzata o il cheloide di recente formazione. In tali lesioni ridurre la componente vascolare significa far regredire parzialmente il tessuto esuberante con evidenti vantaggi sullo spessore, larghezza, colore e consistenza della cicatrice. Le conseguenze degli esiti cicatriziali riguardano, come detto, aspetti estetici, funzionali e naturalmente psicologici, in rapporto alle diverse sensibilità dei pazienti ed al tipo di vita lavorativa e sociale che hanno”. La lunghezza d'onda del Dye laser è fortemente assorbita dal tessuto vascolare e ciò permette di trattare molti inestetismi e patologie che sono sostenute dalla presenza di questo tipo di tessuto. Ricordiamo a questo proposito il trattamento dei capillari del volto, la gestione della fase di arrossamento della rosacea, la gestione degli angiomi rubino e degli angiomi stellari, la rimozione delle smagliature ancora in fase infiammatoria. “La laserterapia segue diversi protocolli per il trattamento delle cicatrici – continua Cannarozzo - Si tratta di procedure ambulatoriali poco invasive da ripetere ciclicamente per periodi variabili di tempo, di solito compresi fra i sei e i dodici mesi. Questi trattamenti hanno migliorato la prognosi degli esiti cicatriziali, anche se la diffusione di tali tecniche è ancora piuttosto limitata e spesso non applicata nelle condizioni più favorevoli. L'intervento con i sistemi laser dovrebbe essere piuttosto precoce per prevenire o ridurre comunque la formazione della cicatrice. Quasi sempre si interviene su esiti consolidati da tempo e ciò rende le procedure più lunghe e complesse. Il Dye laser oltre ad una azione sul tessuto vascolare svolge importanti azioni di controllo e regolazione su fattori di crescita implicati nello sviluppo e formazione della cicatrice. Entro certi limiti di tempola cicatrice può quindi essere controllata nella sua evoluzione o successivamente rieducata, soprattutto se l'intervento è eseguito nelle fasi iniziali del processo di cicatrizzazione o comunque quando questo processo non si sia completamente consolidato”. In certi casi intervenire tempestivamente diventa essenziale, per evitare addirittura che il danno diventi più evidente con il passare degli anni. A dirlo è Doris Day, professoressa di dermatologia presso Langone Medical Center della New York university, che mette in guardia soprattutto i giovani sulle conseguenze che si possono avere se si sottovaluta il problema. Non solo cicatrici ipertrofiche e cheloidee, molto spesso anche le cicatrici derivanti dall'acne hanno effetti negativi sulla psiche delle persone. “L'informazione sulle possibilità della laserterapia nei riguardi delle cicatrici ha aumentato di molto le richieste di intervento con queste tecniche – aggiunge Cannarozzo - Si tratta spesso di informazioni mediatiche che presentano ai pazienti soluzioni semplici e di immediata efficacia. Il percorso reale è spesso faticoso ed abbastanza prolungato. Il colloquio con il paziente ci porta quindi a valutazioni più precise sulle aspettative e ad una selezione vera delle lesioni da trattare. Il numero delle sedute varia caso per caso, ma la durata media del trattamento oscilla fra i sei ed i diciotto mesi. Per una valutazione prognostica precisa è inoltre necessario uno studio strumentale delle lesioni cicatriziali”. (MATILDE SCUDERI)

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