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Apalutamide: efficacia confermatanella terapia del tumore prostatico

In seguito ai risultati positivi dell'Asco Gu Janssen spinge l'immissione sul commercio del nuovo inibitore del recettore degli androgeni nella cura del tumore della prostata non-metastatico

Maria Rita Montebelli
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Confermata dallo studio clinico di fase 3 SPARTAN presentato al Simposio sui tumori dell'apparato urogenitale della Società americana di oncologia clinica (Asco Gu) a San Francisco l'efficacia dell'inibitore del ricettore degli androgeni apalutamide verso placebo in pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore della prostata non-metastatico resistente alla castrazione. Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha verificato la riduzione significativa del rischio di metastasi o mortalità di circa il 72 per cento rispetto alla terapia caratterizzata da placebo insieme con la Terapia di deprivazione androgenetica (Adt), e un aumento del tasso di sopravvivenza di oltre due anni senza il presentarsi di metastasi. In seguito a tali risultati, l'azienda farmaceutica Janssen di Johnson & Johnson ha sottoposto all'Agenzia europea del Farmaco (Ema) la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio di apalutamide. “Lo studio SPARTAN è sicuramente uno studio innovativo, perché va a colmare un gap in una categoria di pazienti per i quali non vi era alcuna indicazione terapeutica. Lo studio ha mostrato che anticipare il trattamento con apalutamide porta a dei benefici per i pazienti - ha dichiarato Alberto Briganti, professore associato del dipartimento di urologia, Università vita-salute San Raffaele di Milano - Ritardare la comparsa di metastasi è sicuramente un obiettivo importante per i pazienti con malattia prostatica avanzata”. Lo studio SPARTAN è stato condotto presso 332 centri in 26 paesi del Nord America, in Europa, nell'area Asia-Pacifico e in Australia, su 1201 pazienti affetti da tumore della prostata non-metastatico resistente alla castrazione. Gli effetti benefici di apalutamide più Adt, soprattutto quello legato alla sopravvivenza libera da metastasi, sono stati riscontrati in maniera omogenea in tutti i sottogruppi di pazienti. “Negli ultimi anni il livello di conoscenza del carcinoma prostatico è aumentato costantemente, al punto di consentirci oggi di offrire terapie farmacologiche ottimali a diverse tipologie di pazienti - ha dichiarato Sergio Bracarda, direttore del dipartimento oncologico dell'azienda Usl Toscana Sud Est, ospedale di Arezzo - Lo studio SPARTAN presentato all'Asco Gu di San Francisco mostra come apalutamide + Adt ritardi la comparsa di metastasi di ben 2 anni. Inoltre, il ricorso a questa terapia, ha evidenziato un ritardo nella comparsa dei sintomi associati alla patologia con impatto positivo sulla qualità di vita del paziente non metastatico ad alto rischio, ad oggi privo di valide alternative terapeutiche”. Tra gli effetti positivi della terapia con apalutamide più Adt è possibile riscontrare una forte riduzione della progressione sintomatica (pari al 55 per cento in più rispetto a placebo), con una conseguente diminuzione del rischio di mortalità di circa il 30 per cento; il farmaco ha inoltre allontanato il tempo all'inizio di una seconda terapia del 51 per cento, garantendo ottimi livelli di tollerabilità e il complessivo mantenimento della qualità della vita. “In Janssen siamo impegnati a trasformare la gestione del tumore della prostata. Con l'avvio precoce della terapia e prevenendo la diffusione del tumore auspichiamo di migliorare i risultati clinici per chi è colpito da questa terribile malattia - ha dichiarato Ivo Winiger-Candolfi, responsabile area terapeutica oncologica tumori solidi di Janssen, azienda farmaceutica di Johnson & Johnson - Non vediamo l'ora di lavorare con l'Ema per rendere disponibile quanto prima in Europa questa nuova opzione terapeutica ai pazienti colpiti da questa patologia”. Tra gli effetti collaterali segnalati, si evidenziano eruzioni cutanee, cadute e fratture con una percentuale di interruzione del trattamento che si aggira attorno all'11 per cento rispetto al 7 per cento riscontrato con placebo. Gli eventi avversi di grave entità presentano percentuali simili in entrambi i trattamenti. I progressi nell'ambito delle cure del tumore prostatico proseguono non solo nell'ambito della fase precoce, in assenza di metastasi, interessata dallo studio SPARTAN: lo studio LATITUDE, condotto su pazienti recanti un livello più avanzato della patologia, dunque interessati da metastasi, ha verificato l'efficacia di abiraterone in ambito terapeutico, con un sostanziale miglioramento della sopravvivenza complessiva, nonché una più profonda efficacia del farmaco, in termini di sicurezza, anche nel confronto col trattamento chemioterapico a base di docetaxel. I risultati di tale studio sono stati presentati al congresso internazionale di oncologia tenutosi a Chicago e al congresso Asco Gu a San Francisco. (FEDERICA BARTOLI)

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