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Italia: stranieri conquistati dalla colazione ‘all'italiana'

L'Osservatorio Doxa/Etnocom con Aidepi accende i riflettori sulla colazione dei circa 6 milioni di nuovi residenti in Italia. Preferiscono prodotti tipici della nostra prima colazione

Maria Rita Montebelli
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Le colazioni in giro per il mondo, dalla Cina all'India, dall'Australia al Maghreb, presentano una grandissima varietà di ingredienti, con tradizioni anche molto distanti dalla nostra: piatti a base di cereali con contorni di pesce, carne o verdure, focacce di patate, ciambelle di legumi, fagioli, peperoni, uova, cetrioli. Ma cosa porta in tavola chi, da paesi lontani, si è trasferito in Italia? Niente di tutto questo, i circa 6 milioni di nuovi residenti nel nostro paese sono stati conquistati dal nostro modello di prima colazione dolce. Riconoscono l'importanza del primo pasto della giornata e tendono a consumarla ogni giorno a casa. Adorano i biscotti – presenti nel 76 per cento delle famiglie –  consumano regolarmente merendine, fette biscottate, creme spalmabili alla nocciola, muesli e cereali. E da bere? Preferiscono latte e caffè, presenti nel 74 per cento delle case. Questi risultati emergono da una ricerca dell'Osservatorio Doxa/Etnocom su un campione rappresentativo di 2050 immigrati residenti in Italia, provenienti dai paesi in via di sviluppo, realizzato in collaborazione con Aidepi (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) nell'ambito della campagna ‘Io comincio bene' dedicata alla prima colazione. Ai dati estrapolati dalla ricerca si affiancano inoltre le testimonianze one to one di 35 nuovi residenti in Italia delle etnie più rappresentative. I nuovi residenti in Italia. I nuovi residenti nel nostro paese riconoscono l'importanza del primo pasto della giornata e la considerano un'abitudine salutare. La prima colazione si consuma ogni giorno, prevalentemente in casa, seduti e con la tavola apparecchiata. Una buona abitudine che riguarda anche i bambini. In media il tempo dedicato è intorno ai 10 minuti, anche se chi arriva da Cina e Romania tende ad avere tempi più rilassati. Il menù è sempre dolce, solo chi arriva dall'America Latina tende a mixare dolce e salato. Unica pecca? Anche nelle loro case – come per i nostri connazionali – al mattino la frutta entra poco nel menù. “Da anni portiamo avanti una campagna informativa sulla prima colazione che ha l'obiettivo di promuovere il valore, in termini di gusto e stili di vita salutari, della prima colazione all'italiana – commenta Mario Piccialuti, direttore Aidepi – ci fa piacere scoprire che il nostro modello, tradizionalmente dolce e a base di carboidrati, è così conosciuto e apprezzato anche dai 6 milioni di nuovi residenti presenti nel nostro Paese, nonostante arrivino da tradizioni e culture gastronomiche anche molto distanti dalla nostra. Merito, forse, della validità di questo modello, capace di conquistare anche chi non aveva mai provato prima i nostri prodotti e di rispondere ai gusti e alle esigenze nutrizionali di tutti. Un cornetto, un biscotto, una fetta con crema di nocciole, una merendina d'altronde, portano allegria al primo pasto della giornata: si tratta di sentimenti che non conoscono frontiere e sono di casa in tutto il mondo". Tutti pazzi per i biscotti. Tra i prodotti più amati senza dubbio i biscotti, presenti nel 76 per cento delle case ( e consumati dal 70 per cento degli adulti). Una preferenza accordata da tutte le etnie:  si scende sotto il 65 per cento di chi li consuma solo per chi arriva da Maghreb e Egitto, dove si nota invece una preferenza per il pane fresco Merendine e fette biscottate. Brioche, crostatine, plumcake e croissant sono acquistati dal 51 per cento delle famiglie. Ad apprezzarle di più chi arriva da Albania (59 per cento) e America Latina (58 per cento). Solo nelle famiglie cinesi la percentuale di acquisto merendine scende al 38 per cento. A consumarle sono soprattutto i bambini. Anche le fette biscottate arrivano nel 49 per cento delle case, con poche oscillazioni nelle preferenze (si va dal 55 per cento della Romania al 43 per cento del continente Sub Indiano). Creme spalmabili e marmellata piacciono molto ed entrano nelle case del 38 per cento delle famiglie e vengono consumate dal 31 per cento degli adulti. A chi piace di più la crema spalmabile alla nocciola? Indubbiamente a chi arriva dall'America Latina, dove il numero di chi la acquista supera il 50 per cento. Muesli e cereali. Anche muesli e cereali entrano nella colazione dei nuovi residenti in Italia e sono  acquistati dal 33 per cento delle famiglie. Curioso constatare che sono tra i prodotti più amati da chi arriva dalla Cina: se infatti per tutte le etnie la percentuale di acquisto oscilla tra il 28 e il 36 per cento, chi arriva dal Sol Levante dimostra un forte apprezzamento per questo prodotto,  con il numero che sale al 48 per cento. Latte che passione. Tra le bevande preferite c'è senza dubbio il latte: fresco o a lunga conservazione viene acquistato dal 74 per cento degli intervistati. È la bevanda per eccellenza nella colazione dei bambini. I più grandi consumatori di latte  arrivano da America Latina e Albania, dove la percentuale di chi lo acquista sale all'80 per cento. Il grado di apprezzamento scende solo per chi arriva dalla Cina (59 per cento), dove si tende a consumare bevande a base di soia. La tazzina di caffè. Il caffè riscuote le preferenze del 73 per cento del campione ed è la bevanda più consumata  dagli adulti. Non può fare a meno di una tazzina di caffè soprattutto  chi arriva da Albania e Romania (80 per cento). Apprezza di meno chi arriva da Cina (54 per cento), Maghreb e Egitto (64 per cento), Paesi, questi ultimi in cui è forte la tradizione di bere tè (alla menta, ‘alla marocchina' o in bustina). Il caffè è  il prodotto dell'integrazione per eccellenza, ‘scoperto' da tutti  in Italia. A larga distanza gli acquisti altre bevande come succhi di frutta (48 per cento), tè freddo (36 per cento) e tè in bustina (25 per cento). E la colazione tipica del paese d'origine? La colazione tipica del proprio paese d'origine per chi proviene da Marocco, America Latina e Cina viene consumata saltuariamente, quando si ha più tempo, come nel week end, in occasione della visita di parenti, in occasioni speciali o, semplicemente, quando si ha nostalgia di quei sapori. Alcuni Paesi, come Romania e Albania, hanno invece una colazione tipica simile alla nostra, con alla base prodotti dolci, come latte e croissant. A cambiare è solamente il caffè, che in Romania si beve lungo. Alcune etnie, come chi arriva dalle Filippine, dall'India e dal Bangladesh, hanno invece completamente escluso la loro colazione tipica, che consumano solo quando tornano a casa. “La motivazione si rintraccia in una serie di fattori diversi – spiega Filippo Ielmini, AD di Etnocom – difficoltà a reperire alcuni ingredienti, preparazione complessa con tempi lunghi che non si sposano con la frenesia delle giornate in Italia e una maggiore attenzione ad un'alimentazione sana, per cui alcuni piatti non vengono giudicati salutari. Pensiamo, ad esempio, a pesce fritto, uova e verdure, preparati per il primo pasto della giornata nelle Filippine, o al pane indiano consumato in Bangladesh o focacce di patate e ciambelle di legumi dall'India“. L'integrazione passa anche attraverso i consumi. Scoprono i nostri prodotti grazie ad amici italiani e per spirito di emulazione tendono a consumare quello che compriamo abitualmente: “L'integrazione passa anche dai consumi – continua Ielmini  - i nuovi residenti in Italia in questo tendono ad emulare i nostri comportamenti. È un modo per sentirsi parte della comunità e celebrarne alcuni riti”. Ecco allora che al bar iniziano ad ordinare il caffè e  a casa consumano latte e biscotti, ‘tradendo' le loro abitudini alimentari. “Alcuni prodotti  sono entrati nella routine dei nuovi residenti in Italia perché pratici, come i biscotti o le merendine, molto più comodi da consumare rispetto alle ricette tipiche dei Paesi d'origine”. Nel momento dell'acquisto guardano indubbiamente il prezzo (valore giudicato importante dal 44 per cento del campione) che va a braccetto con gusto (39 per cento) e qualità (35 per cento). (FABRIZIA MASELLI)

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