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Morbillo: 2 morti da inizio 2018“E la mortalità sta aumentando”

La situazione italiana è allarmante: 1/3 dei casi in Europa si registra proprio nel nostro paese.La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ribadisce l'importanza dei vaccini

Maria Rita Montebelli
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Con la scadenza del termine per la presentazione della documentazione per l'adempimento degli obblighi vaccinali per le famiglie, conditio sine qua non affinché i bambini sotto i 6 anni possano essere regolarmente iscritti a scuola, si è riacceso il dibattito sui vaccini. La Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ha dunque diffuso alcuni dati relativi al morbillo che, si spera, fungeranno da monito contro i pericoli dell'inadempienza all'obbligo vaccinale. Nel 2017 in Europa il morbillo ha ucciso 30 persone e ne ha colpite 14.451, oltre il 300 per cento in più rispetto all'anno precedente, quando furono registrati 4.643 casi. I paesi dove l'epidemia si è manifestata più violentemente sono stati Romania (5560) e Italia (5004). A sostegno dei dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sui crescenti casi di morbillo in Italia, ecco la riflessione degli specialisti della Simit che pongono l'accento sulla imprescindibilità della vaccinazione.In Italia numeri allarmanti, pari a un terzo di tutti i casi europei, soprattutto se si considera che secondo i dati del ministero della salute nel 2016 - prima cioè che il movimento no vax prendesse piede - erano stati 862. Il maggior numero di morti è stato registrato in Romania con 19 casi, poi al secondo posto l'Italia con 4 decessi sugli oltre 5 mila casi. In tal caso si conserva il trend di incidenza che spesso si ripete nelle epidemie di morbillo di un morto ogni circa mille casi. L'88 per cento di tutti i casi italiani del 2017 si è registrato in soggetti non vaccinati; un altro 6 per cento in persone che hanno fatto una sola dose. Quindi il 94 per cento dei pazienti sono persone che non si sono adeguatamente vaccinate. Un altro dato interessante è relativo al 44 per cento dei malati che ha registrato un quadro clinico tale da portarli all'ospedalizzazione, per un totale di circa 2 mila ricoveri. “Nel primo mese del 2018 ci sono stati 164 casi di morbillo in Italia - rileva il professor Massimo Andreoni, ordinario di malattie Infettive della facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Roma 'Tor Vergata' - Ben due i decessi, un 38enne e un 41enne. La crescita dei casi di mortalità è quindi molto aumentata, con un decesso ogni 80 casi. Le regioni più colpite nel 2018 sono Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria, dove si sono registrati l'80 per cento dei casi. Il 93 per cento di tutti i casi del nuovo anno ha interessato i pazienti che non hanno eseguito la vaccinazione; mentre un caso su due è finito in ospedale”. Una previsione per i prossimi mesi. “Probabilmente, dobbiamo aspettarci una progressiva riduzione dei casi nel corso del 2018 – afferma Andreoni - ma siamo ancora in piena fase epidemica, quindi si consiglia ancora di vaccinarsi o di completare la vaccinazione con la dose di richiamo. I due casi letali del 2018 devono ricordarci come questa malattia che noi consideriamo all'apparenza poco fastidiosa potrebbe provocare addirittura il decesso della persona”. L'importanza del vaccino. “L'unico vero strumento capace di proteggerci è il vaccino – conclude Andreoni - la diffusione dello scorso anno e l'aumento di mortalità ci deve far riflettere sull'importanza che questo assume. Non solo per coloro per i quali è previsto l'obbligo della vaccinazione, ma anche per i giovani adulti, per i quali è un richiamo. La causa principale dell'esplosione del morbillo, infatti, è proprio l'alto numero di persone non protette che permette una più ampia circolazione del virus. Più le persone non si vaccinano, maggiore è il rischio di registrare un aumento dei casi”. (MATILDE SCUDERI)

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