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Quelle brutte macchie scureche rovinano viso e decolleté

L'intervento di Antonio Pulvirenti, diplomato presso la Scuola Internazionale della Fondazione Fatebenefratelli a Roma sui protocolli per cancellarle e i consigli dell'esperto per non farle tornare

Maria Rita Montebelli
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Con ‘melasma' – parola poco conosciuta dal suono vagamente minaccioso – si indica un problema dermatologico tanto comune quanto fastidioso: sono infatti così chiamate le antiestetiche macchie marroni o grigio-marroni che compaiono sul viso, sul décolleté o sul dorso delle mani. La loro causa è un'eccessiva produzione di melanina, lo stesso pigmento responsabile dell'abbronzatura. Il fenomeno interessa una fetta consistente della popolazione: si stima infatti che ne siano colpite in Italia circa sei milioni di donne in forma leggera, moderata o grave, mentre a livello europeo si calcola che ne soffra una donna su tre. “Il melasma è causato da una iperpigmentazione della pelle – afferma il dottor Antonio Pulvirenti, diplomato in medicina estetica presso la Scuola Internazionale della Fondazione Fatebenefratelli a Roma - i melanociti, le cellule dell'epidermide deputate alla produzione della melanina, producono cioè una quantità eccessiva di pigmento, dando origine alle discromie, cioè alle antiestetiche macchie”. Le cause scatenanti dell'iper-attivazione dei melanociti sono diverse: innanzitutto gli sbalzi ormonali ai quali vanno incontro le donne quando assumono medicinali estroprogestinici (la pillola anticoncezionale) o altre terapie ormonali (ad esempio ormoni tiroidei come la levotiroxina). Anche l'impiego di utilizzo di farmaci antidepressivi può causare comparsa della ‘macchie'. Un'importante causa di melasma è rappresentata anche da gravidanza e allattamento (non a caso il melasma è spesso chiamato ‘maschera gravidica' o ‘cloasma gravidico'). Altra causa scatenante è l'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti che stimolano la produzione di melanina; le macchie che si schiariscono durante l'inverno, con l''esposizione al sole ritornano con maggiore evidenza. Infine, anche una dieta sbagliata che affatichi il nostro fegato, può causare la comparsa di particolari ‘macchie' dovute  ai radicali liberi e all'accumulo di lipofuscina (un aggregato di acidi grassi e colesterolo ossidati, proteine glicate dagli zuccheri e metalli pesanti come ferro, mercurio, piombo, alluminio). “Fra le macchie da sole rientrano anche le lentigo solari: macchioline scure, lenticolari che possono essere causate da scottature solari oppure essere il frutto di un danno da esposizione eccessiva che si è accumulato anno dopo anno – continua Pulvirenti - solitamente superficiali, sono il tipico segno di foto invecchiamento della pelle. Sono più frequenti nei pazienti con fototipo chiaro o nei pazienti che si espongono al sole in modo eccessivo e incontrollato”. Come si possono ‘cancellare' le macchie cutanee. “È estremamente importante, prima di scegliere un trattamento ‘antimacchia' – afferma Pulvirenti - capire cosa ha generato la macchia, la sua tipologia e, soprattutto, qual è la terapia più idonea da seguire.  Di fronte ad un paziente affetto da macchie, il medico estetico dovrà intanto procedere ad una diagnosi approfondita, utilizzando una serie di strumenti: test con luce di Wood, video-epiluminescenza, microscopia confocale, biopsia cutanea. Una volta esclusa la presenza di patologie neoplastiche, si può procedere in base alla propria esperienza con le terapie più indicate per l'inestetismo stesso”. Quando si inizia una terapia per cancellare le odiate macchie al viso è fondamentale seguire protocolli che possono essere riassunti in tre punti fondamentali. “In primis – ricorda l'esperto - bisogna avere pazienza: la cura delle macchie è una cura lunga che può durare anche mesi, alcune volte anche anni. Occorre poi essere costanti nell'applicazione delle terapie prescritte, come l'utilizzo di creme schiarenti, l'utilizzo dei filtri solari e la puntualità nell'eseguire i trattamenti programmati in istituto. Infine è necessario evitare l'esposizione diretta ai raggi solari negli orari centrali della giornata in cui l'irradiazione è maggiore”. La terapia più utilizzata per il trattamento delle macchie è il peeling chimico che provoca un'accelerata esfoliazione della parte superficiale della pelle portando a un rinnovamento degli strati più superficiali nella stessa pelle. Il protocollo di metodiche integrate per la cura ed il trattamento del melasma prevede l'utilizzo di una strategia fisica con l'utilizzo di sistemi laser di ultima generazione con tecnologia a ‘picosecondi' (unità di tempo pari ad un millesimo di miliardesimo di secondo), che permette di frammentare la melanina in piccolissime parti senza danneggiare la pelle e riequilibra il processo di melanogenesi delle cellule melanocitarie. Viene poi impiegata una strategia chimica, ovvero una maschera depigmentante, e l'integrazione di nutraceutici specifici che possano aiutare dall'interno la cura di questo inestetismo. “Dopo il trattamento secondo questo protocollo è possibile tornare subito alle proprie attività – conclude Pulvirenti - i risultati sono di lunga durata, di solito un anno o più. Si deve tuttavia evitare l'esposizione al sole almeno per un mese dopo la seduta laser e si deve usare tutti i giorni una crema ad alto fattore di protezione solare”. “Ma non dimentichiamo mai che l'azione più importante contro le macchie solari è la prevenzione - commenta il presidente della Sime Emanuele Bartoletti - Il medico estetico deve sempre, dopo un check up cutaneo, insegnare al paziente come difendersi dai danni del sole, come proteggersi senza nascondersi e come aumentare le difese della propria pelle a seconda del fototipo e dello stato del film idrolipidico. Come sempre la diagnosi in medicina estetica è fondamentale". (CRISTINA DUSIO)

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