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Insulina fast-acting più veloce contro la glicemia dopo i pasti

L'iperglicemia postprandiale responsabili anche delle complicanze cardiovascolari: e l'insulina aspart fast-acting è anche flessibile nella somministrazione, da 2 minuti prima fino a 20 minuti dopo l'inizio del pasto

Maria Rita Montebelli
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In Italia le persone con diabete misurano la glicemia post-prandiale, ossia dopo aver mangiato, in media solo 2 volte al mese, nonostante le principali linee guida internazionali, inclusi gli 'Standard italiani per la cura del diabete mellito', ne raccomandino il controllo tra 1 e 2 ore dall'inizio del pasto. Il dato, che emerge da un'analisi effettuata sui dati degli 'Annali AMD' dell'Associazione Medici Diabetologi, è stato illustrato oggi nel corso della presentazione della nuova insulina aspart fast-acting di Novo Nordisk, disponibile da poco anche nelle farmacie italiane. “Il mancato controllo della glicemia post-prandiale – ha spiegato Antonio Nicolucci, direttore del Coresearch-Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology – si inquadra in un fenomeno più ampio, che vede la frequenza complessiva dell'automonitoraggio della glicemia soddisfacente nelle persone con diabete tipo 2 trattate con insulina. Tuttavia, mentre la frequenza di controllo della glicemia a digiuno risulta adeguata, la glicemia postprandiale viene valutata in maniera del tutto insufficiente, tanto più che i due terzi delle persone con diabete presentano valori di glicemia post-prandiale superiori ai 140 mg/dl, valore di normalità indicato dalle linee guida”. Ma perché è così importante la valutazione della glicemia post-prandiale? “Innanzitutto, la glicemia postprandiale contribuisce per circa un terzo alla glicemia media, che a sua volta si associa alle complicanze croniche del diabete. Inoltre, anche a parità di glicemia media, le persone con glicemia post-prandiale più alta hanno un rischio maggiore di sviluppare complicanze del diabete, in particolare quelle cardiovascolari, come l'infarto o l'ictus - ha detto Edoardo Mannucci, diabetologo, professore associato al Dipartimento di scienze biomediche, sperimentali e cliniche 'Mario Serio' dell'Università di Firenze - Lo dimostrano studi che hanno fatto la storia della diabetologia, come il DECODE o il Diabetes Intervention Study o il più recente San Luigi Gonzaga Diabetes Study, che ha evidenziato come l'aumento della glicemia post-prandiale si associ a un aumento del rischio cardiovascolare in maniera più forte rispetto all'aumento della glicemia a digiuno, in una popolazione seguita per 14 anni di follow up”. Non solo, in uno studio pubblicato recentemente su Diabetes Therapy emerge che, in alcune persone con diabete, l'iperglicemia post-prandiale può avere ripercussioni negative a livello fisico ed emotivo e può influenzare la vita di tutti i giorni, incluso il lavoro e i rapporti sociali. È stato ad esempio calcolato che, in seguito a un episodio di iperglicemia post-prandiale, il 71 per cento delle persone con diabete riporta una diminuzione della produttività e il 54 per cento sostiene di avere difficoltà a concentrarsi nel lavoro. Nelle persone non diabetiche, la glicemia dopo i pasti è contenuta entro limiti che non oltrepassano quasi mai i 140 mg/dl e torna entro 2 ore ai livelli normali, grazie alla secrezione di insulina da parte del pancreas in risposta all'introduzione di cibo, in particolare i carboidrati. Ovviamente, nelle persone con diabete questa azione è ridotta (diabete tipo 2) o assente (diabete tipo 1) e si instaura il fenomeno della iperglicemia post-prandiale, che a lungo andare provoca danni ai vasi sanguigni ed è causa delle principali complicanze della malattia. Per contrastare il fenomeno sono state messe a punto, nel tempo, formulazioni di insulina sempre più sofisticate: dagli analoghi dell'insulina umana, negli anni '90, sino alle insuline rapide. L'ultima nata è l'insulina aspart fast-acting, integrata con vitamina B3, che rende il suo assorbimento iniziale più rapido, e l'aminoacido L-arginina, che ne stabilizza la formulazione. “Questa insulina si avvicina maggiormente alla risposta naturale di una persona sana - ha detto Concetta Irace, professoressa associata al Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università 'Magna Grecia' di Catanzaro - assicurando una comparsa in circolo più veloce (4 minuti piuttosto che 9) della progenitrice insulina aspart ad azione rapida, una delle più prescritte al mondo. Grazie alle sue caratteristiche è più flessibile nei tempi di somministrazione, da 2 minuti prima dell'assunzione del pasto sino a 20 minuti dopo. Inoltre, si è dimostrata più efficace rispetto alla insulina aspart nel ridurre la glicemia post-prandiale a un'ora e in alcuni casi anche i livelli di emoglobina glicata, senza aumentare il rischio dei temibili episodi di ipoglicemia”. (FABRIZIA MASELLI) L'insulina aspart fast acting è rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale in classe A ed è disponibile, per adulti con diabete, in soluzione iniettabile per via sottocutanea in due formati: 100 unità/ml in penna pre-riempita e 100 unità/ml in cartuccia

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