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Obiettivo eradicazione dell'HCV"Ecco che manca per raggiungerla"

Secondo gli esperti intervenuti all'8° Workshop di Economia e Farmaci in Epatologia (WEF) all'Università Cattolica del Sacro Cuore “bisogna finanziare le cure, potenziare lo screening e monitorare i pazienti”

Maria Rita Montebelli
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Grande successo dell'8° Workshop di Economia e Farmaci in Epatologia (WEF) che ha visto confrontarsi all'Università Cattolica del Sacro Cuore i massimi esperti a livello nazionale, tra istituzioni, medici e pazienti, utilizzando l'approccio dell'Health Technology Assessment. “Numerose cose sono cambiate in questi otto anni - ha detto Americo Cicchetti, direttore Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS), ordinario di Organizzazione Aziendale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, presidente Società Italiana di Health Technology Assessment (SIHTA) - i nuovi farmaci contro l'HCV hanno portato a una svolta epocale nella gestione della malattia ma sono ancora molti gli aspetti che possono rallentare, o addirittura minare, il processo di cura. Il finanziamento del piano di cura del paziente HCV infatti deve tener conto dell'alto numero di pazienti che ancora devono essere trattati e delle risorse economiche a disposizione. È indispensabile potenziare lo screening e monitorare nel tempo i pazienti trattati, individuando chiari processi di gestione e follow-up, senza dimenticare i pazienti che hanno fallito la terapia e che, seppur in numero limitato, dovranno continuare ad essere trattati”. “L'8° Workshop di Economia e Farmaci in Epatologia ha dato spazio anche alle nuove sfide che interesseranno l'epatologia - ha sottolineato Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia, Facoltà di Medicina, Università Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Policlinico Universitario 'A. Gemelli' di Roma - la colangite biliare primitiva, l'encefalopatia epatica, la steatoepatite non alcolica (NASH) e l'epatocarcinoma, patologie su cui fino ad oggi il WEF-E non si è soffermato se non marginalmente. La NASH in particolare può anche progredire in fibrosi e cirrosi nel corso degli anni con un alto rischio di insufficienza epatica ed epatocarcinoma. Entro il 2020, le proiezioni indicano che la NASH supererà l'epatite C come principale causa di trapianti di fegato negli Stati Uniti. Sono diversi i farmaci oggi in studio per la NASH e, anche se i dati sono ancora preliminari, sembrano essere promettenti". (PIERLUIGI MONTEBELLI)

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