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Utilizzare 'glo' riduce l'esposizione alle sostanze più dannose del fumo

Secondo British American Tobacco per i fumatori il passaggio dalle sigarette a un prodotto che scalda il tabacco senza bruciarlo riduce l'esposizione a diverse sostanze chimiche presenti nel fumo delle sigarette

Maria Rita Montebelli
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Uno studio condotto dagli esperti di British American Tobacco ha evidenziato che nei fumatori che sono passati dalla sigaretta tradizionale a 'glo' - un prodotto progettato per scaldare il tabacco senza bruciarlo, il cui vapore contiene il 90-95 per cento circa di sostanze chimiche nocive in meno rispetto al fumo - si assiste a una riduzione sostanziale dell'esposizione alle sostanze chimiche nocive legate, appunto, al fumo. In alcuni casi, i livelli di riduzione delle esposizioni sono risultati analoghi a quelli registrati in chi ha smesso completamente di fumare. È ampiamente riconosciuto che la maggior parte dei rischi associati al tabacco è causato dall'inalazione di sostanze chimiche nocive che si sprigionano con la combustione: per questo British American Tobacco si è dedicata allo sviluppo e alla vendita di una gamma di prodotti a potenziale rischio ridotto, che offrono il piacere di fumare senza però bruciare il tabacco. "I risultati di questo studio clinico, che ha coinvolto 180 persone, evidenziano che la riduzione del livello di sostanze chimiche nocive nel vapore di 'glo' si traduce in una riduzione dell'esposizione, per i fumatori che smettono di fumare e passano a 'glo' - ha affermato James Murphy, responsabile del dipartimento Reduced Risk Substantiation di British American Tobacco - Questi risultati sono molto incoraggianti, e il prossimo passo consisterà nel determinare se la riduzione dell'esposizione si traduce in una conseguente riduzione dell'effetto biologico e, a sua volta, in un calo degli effetti nocivi per la salute dei fumatori che passano a 'glo' completamente”. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista 'Nicotine & Tobacco Research' e sono stati presentati in occasione del Global Forum on Nicotine recentemente tenutosi a Varsavia, in Polonia. Lo studio clinico. Lo studio si è svolto in una clinica in Giappone per un periodo di 7 giorni e vi hanno preso parte 180 persone, tutti fumatori da almeno tre anni. Per i primi due giorni i partecipanti hanno continuato a fumare normalmente e sono state effettuate le analisi delle urine, per misurare i biomarcatori selezionati dell'esposizione. Inoltre, sono stati raccolti e analizzati anche dei campioni di sangue e sono stati effettuati dei test sul respiro. Nei successivi 5-6 giorni, è stata effettuata una selezione randomizzata dei partecipanti in tre categorie, ai quali è stato chiesto di continuare a fumare, di passare completamente a 'glo' o di smettere di fumare. Sono stati nuovamente raccolti e analizzati campioni di urine, di sangue e del respiro. L'esposizione a sostanze chimiche nocive contenute nel fumo di sigaretta è stata determinata misurando i livelli di alcune sostanze chimiche presenti nelle urine. Queste potrebbero essere le sostanze chimiche stesse o i loro metaboliti – quello che poi resta una volta che sono state scomposte dall'organismo – chiamati biomarcatori di esposizione. I prodotti chimici misurati includevano alcuni di quelli identificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità quali fattori di rischio propri del fumo di sigaretta. I risultati. Nei fumatori che sono passati a 'glo', si è ridotta la concentrazione di alcune sostanze chimiche nelle urine. In alcuni casi, queste riduzioni sono risultate analoghe a quelle registrate nei soggetti che hanno smesso di fumare. Questi risultati suggeriscono che i fumatori che sono passati a 'glo' sono stati esposti a meno sostanze chimiche dannose. In alcuni casi, la loro esposizione è stata la stessa di quella riportata da chi aveva completamente smesso di fumare. (FABRIZIA MASELLI)

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