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18enne diabetica esclusa da gita: “Sono colpevoli paura e ignoranza”

Shaymaa El Meehy è stata ‘tagliata fuori' perché nessuno voleva essere responsabile della gestione di eventuali crisi. Una situazione inaccettabile generata da mancanza di informazioni corrette

Maria Rita Montebelli
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Una società che voglia definirsi ‘civile' dovrebbe essere in grado di garantire a tutti i propri cittadini la possibilità di godere dei propri diritti, compreso quello di poter condurre una normale vita da adolescente, anche se si è affetti da una patologia cronica come il diabete di tipo 1. Questo diritto è purtroppo stato negato a Shaymaa El Meehy, una ragazza di appena 18 anni, esclusa da una gita scolastica a causa della sua condizione: prima viene allontanata da scuola per una decina di giorni, in concomitanza alla ricezione, da parte della direzione dell'istituto, di un certificato medico nel quale veniva chiesto che all'interno dell'edificio fosse disponibile almeno una dose di glucagone, farmaco utilizzato nelle emergenze ipoglicemiche. Poi al rientro a scuola, la notizia che Shaymaa non avrebbe potuto prender parte alla gita scolastica di fine anno, perché nessuno voleva prendersi la responsabilità di gestire un'eventuale emergenza. È una storia che fa il paio con quella della ragazza lasciata fuori dalla discoteca Old Fashion perché ‘colpevole' di avere in tasca il suo personale ‘kit' per le emergenze, bustine di zucchero e succo di frutta. Da una parte una storia di paura, generata dal non essere in grado di saper gestire un'emergenza come una crisi ipoglicemica. Dall'altra una storia di ignoranza, che comunque non rappresenta una scusante. Due brutte storie di discriminazione che si sarebbero potute evitare se solo la gente fosse più informata delle ‘regole' da seguire nell'evenienza di un abbassamento repentino dei livelli degli zuccheri nel sangue. “La Società italiana di diabetologia – afferma il presidente, professor Francesco Purrello - si è più volte offerta di colmare questo gap, facendo informazione sull'argomento diretta agli insegnanti, agli studi, al personale non insegnante. Non serve essere un medico per gestire una crisi ipoglicemica, almeno al suo esordio. Imparare a riconoscerne i sintomi, a misurare la glicemia con un glucometro, a somministrare il giusto ‘antidoto' (delle bustine di zucchero, una bevanda zuccherata, l'iniezione di glucagone nei casi più impegnativi) è qualcosa alla portata di tutti. E conoscere le ‘istruzioni per l'uso' aiuterebbe a risparmiare queste tristi storie di ordinaria discriminazione, dovute non alla cattiveria di qualcuno, ma all'ignoranza (intesa come non conoscenza) di molti. Le persone con diabete non possono e non devono essere discriminate in virtù della loro condizione. La società civile si deve prodigare per rimuovere gli ostacoli, non per crearne di inutili, ingiusti e traumatizzanti per queste persone”. (MATILDE SCUDERI)

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