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Periscope, Selvaggia Lucarelli: "Il peggior amplificatore di narcisismi sopiti e manifesti"

Andrea Tempestini
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Amici 2.0, tirate fuori lo champagne dal cestello. Abbiamo l'ennesimo buon motivo per non lavorare, cazzeggiare e dare la colpa alla crisi: Periscope. Se non sapete che diavolo sia, conoscete a malapena Whatsapp e Twitter e provandolo a declinare vi pare che twittare e whatsappare suonino meno ambigui che periscopare, sappiate che siete sulla cattiva strada. Periscope non è ambiguo. È, semplicemente, il peggior amplificatore di narcisismi sopiti e manifesti dei più disparati e insospettabili individui. Il concetto è semplice: è un'applicazione di Twitter che consente di trasmettere immagini live, dal proprio cellulare, in qualsiasi momento della giornata. Morale: se con Facebook si sentivano tutti scrittori, se con Twitter si sentivano tutti giornalisti, ora con Periscope si sentono tutti Rupert Murdoch. Perché Periscope non è fare tv. È avere una tv. E rispetto alle tv tematiche, è il livello successivo: è la tv nominale. Chiunque può avere la sua Giuseppe tv, Giovanni tv, Giorgia tv e mandare in onda giorno e notte, rigorosamente in diretta, ciò che gli pare. La spirale è drammatica e vertiginosa. Intanto perché, come al solito, vip e vippetti ne sono rimasti letteralmente affascinati, e il risultato è che se un video ogni tanto sarebbe anche simpatico, un video ogni tre minuti di cosa mangi Fiorello a colazione o sulla dissenteria del gatto di Riccardo Bocca o sugli interni auto di J Ax sono un tantino eccessivi. Anche perché quando qualcuno è live su Periscope parte una specie di fischio dal telefono, e magari tu sei lì che stai rivelando a tua madre novantenne in punto di morte: «Sono gay, l'ho sempre saputo, mi sposo in Spagna con Marco, volevo che lo sapessi prima di morire» e sul più bello il telefono fischia, ti cade l'occhio su Rudy Zerbi che tira lo sciacquone del bagno e riprendi il discorso con tua madre che nel frattempo è bella che schiattata. Ma il delirio non è finito qui, perché il successo di Periscope non si misura in seguaci, followers, lettori, ascoltatori o telespettatori, no. Si misura in cuoricini. Sì, avete capito bene. Più cuoricini riceve una diretta e più sei un periscopista di successo. Mentre scrivo, per esempio, Platinette ha accumulato 38 cuoricini con l'appassionante live del suo viaggio in treno con Rita Pavone. Davvero un peccato non l'abbia buttata giù dal treno in corsa, perché avrebbe guadagnato almeno 90/95 cuoricini in più. Biagio Antonacci in compenso s'è guadagnato 992 cuoricini filmando l'ingresso del pubblico ad Acireale. A questo punto domenica mi metto fuori San Siro e filmo l'ingresso dei tifosi. Vi farò sapere se guadagno più cuoricini o più mazzate dagli ultras. Sempre mentre scrivo tale Sarnia è live col suo karaoke di “Baby one more time” e un tizio svedese ci tiene molto a farmi vedere gli irresistibili interni del suo garage. Credo gli manderò un cuoricino, non vorrei ne accumulasse meno dell'armeno che mi sta mostrando il suo tappeto nuovo e poi ci resti male. In pratica, è un collettivo salto temporale ai tempi delle elementari: torniamo tutti ad ambire al cuoricino sul diario del compagno di banco. La questione sembra giocosa e innocua, ma sta creando un clima di sospetti che neanche a Mosca durante la guerra fredda: visto che ci sono fior di sconosciuti con milioni di cuoricini, molti sospettano che mentre sono live si inviino da soli cuori da un altro smartphone. Insomma, siamo alla nuova frontiera dell'onanismo 2.0: la gente non si tocca più guardando youporn, ma inviandosi cuoricini guardandosi su Periscope. E il raccapriccio non è finito: se ricevi una telefonata mentre sei live su Periscope, la diretta cade, quindi ora è pieno di bimbiminkia che scelgono la modalità “uso aereo” per non essere raggiungibili telefonicamente ma si collegano al wi-fi per poter navigare e fare le dirette. Morale: potreste avere un infarto, chiamare mamma per chiedere aiuto e trovare il cellulare staccato perché punta a 120 cuoricini col video «Vi svelo i trucchi per avere un marito ancora infoiato dopo 30 anni di matrimonio». Visto che il target d Periscope è “bimbiminkia”, la politica non poteva resistere al fascino del mezzo. Peccato che la direzione del Pd ci regali una diretta su Periscope e quando cominciano a scazzarsi tra di loro la diretta si interrompa misteriosamente. Luca Zaia s'è fatto intervistare da Gianluigi Nuzzi su Periscope che era al terzo grappino e a guardarlo ci si chiedeva se fosse in grado di guidare fino casa, figuriamoci il Veneto. Michele Emiliano ha fatto un'appassionante diretta Periscope dalla “sagra del programma” di Foggia. E siamo certi che sia solo l'inizio. Presto vedremo Berlusconi mandare cuoricini alla Sardone mentre ci spiega il segreto dei suoi colpi di sole e Vendola inviarli a Pisapia mentre il sindaco mescola ghiaia e sabbia live in cantiere per accelerare la fine dei lavori per Expo. Ma le evoluzioni saranno tante e imprevedibili: avremo proposte di matrimonio via Periscope, catastrofi naturali su Periscope, amplessi su Periscope, decapitazioni dell'Isis su Periscope e continue e incontrollabili violazioni della privacy, perché se un bimbominkia al tavolo di fianco del ristorante ci vorrà mostrare alla nazione mentre ci cola l'olio della amatriciana dagli angoli della bocca, avrà la sua personale “bimbominkia tv” per farlo. E ora scusate ma vi lascio perché devo andare a fare il bagnetto al cane. Naturalmente live, su Periscope. di Selvaggia Lucarelli

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