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Fruttivendoli fai da te con l'orto sul balcone. Ecco come coltivare le verdure in casa e risparmiare

Eliana Giusto
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Trasformare il proprio balcone – piccolo o grande che sia – in un orto. Seminare pomodori e prezzemolo invece dei classici gerani. Veder sbocciare rose, ma anche limoni, sul proprio terrazzo. Una moda che ha conquistato tutte le capitali del mondo e che anche nelle nostre città sta prendendo piede. Quello di Michelle è passato dall'amministrazione Obama a quella di Trump con Melania che ha subito detto di voler continuare a occuparsi del fazzoletto di terra generoso che era stato concepito di Michelle nel 2009 per combattere l'obesità e diffondere una corretta cultura alimentare tra gli americani. In Italia la moda ha conquistato le signore bene, i giovani studenti squattrinati ma pieni di sogni e anche le fasce più deboli a cui i Comuni – tra cui quello di Milano con il bando ColtivaMi - danno in concessione parti di terreno non usato per farne orti. In molte città sono nati movimenti per recuperare le superfici abbandonate e trasformarle i orti urbani: tutti spinti dalla stessa esigenza, cioè controllare quello che si mangia. Ma basta camminare con il naso all'insù per accorgersi che molti tetti sono diventati orti. In Europa tra i progetti più noti c'è Østergro a Copenaghen con 600 metri quadrati e cento volontari. A Parigi l'amministrazione ha messo a punto un piano o “Paris au vert – 2014- 2020”, per un milione di mq di tetti e pareti verdi, di cui 1/3 dedicato alla produzione di cibo, inserendo l'agricoltura urbana nelle scuole con alveari, frutteti e orti. E ogni nuovo edificio pubblico avrà un tetto verde. L'orto sul tetto è qualcosa di più di uno spazio verde, perché garantisce prodotti a chilometro zero, rende il palazzo più gradevole esteticamente e aiuta anche le relazioni tra condomini. Ma non basta, perché è stato stimato che un orto sul tetto faccia risparmiare sino al 30% di energia, infatti questa soluzione è stata inserita tra le riqualificazioni energetiche e quindi puo' beneficiare di sgravi fiscali. Inoltre migliora l'isolamento acustico perché protegge dai rumori e rende migliore l'aria. Oggi in Italia si stima ci siano circa 18 milioni di orti urbani e sono – è il caso di dire – fiorite molte aziende che si occupano di diffondere il modello di agricoltura urbana. Un esempio illustre di sostenibilità e impegno è senza dubbio quello svolto sin dagli anni 40 dall'Istituto Ganassini, che, tra le sue numerose iniziative, ha aderito da tempo a “Orti d'azienda Onlus”, Associazione senza scopo di lucro che svolge attività di tutela sociale e ambientale. Gli orti presenti sulle ampie terrazze della sede meneghina sono oggi luoghi di aggregazione per i dipendenti, incontro per le attività dell'azienda, accoglienza, integrazione per i lavoratori stranieri, educazione alla corretta alimentazione. Istituto Ganassini ha aderito con entusiasmo all'iniziativa, coinvolgendo attivamente tutti i suoi dipendenti al fine di sviluppare una coesione sociale attivamente partecipativa orientata allo sviluppo costante di strategie di team building e al successo del lavoro di gruppo. "Ogni dipartimento ha persino il suo innaffiatoio griffato con il nome; le coltivazioni spaziano dalle insalate, ai ceci, dal basilico, alla salvia, dai peperoni, alle melanzane, dai pomodori, alle fragole, dai peperoncini arlecchino, alle cipolle - dice Vittoria Ganassini - l'orto è simbolo di aggregazione, ci si parla, si danno consigli, ci si confronta, si sperimenta, si coltivano gli orti a fine giornata, o durante la pausa pranzo. Grazie agli Orti in Azienda, presenti sulle terrazze del nostro Headquarter di Milano, i nostri dipendenti svolgono, nelle pause di lavoro, un'attività rilassante, che permette anche di socializzare e conoscere meglio i propri colleghi e allo stesso tempo mangiare sano!". Etica e sostenibilità sono vere e proprie mission per la Ganassini, che ottiene l'energia elettrica degli stabilimenti da fonti rinnovabili, realizza packaging green e riciclabili e prodotti cruelty free e senza parabeni. Il progetto Città d'Orti, nato dalla collaborazione tra Lifegate, Slow Food Italia, ha coinvolto numerose aziende formando praticamente i dipendenti che, con le mani nella terra, hanno imparato come creare un orto, conoscere il ciclo delle stagioni e condividere questa esperienza. Ovviamente trasformare il tetto di un palazzo in un orto non è come farlo sul balcone di casa. "Serve un'impermealizzazione per evitare le infiltrazioni", spiegano Giacomo Paddeu e Francesco Moretti del gruppo Censeo, specializzato in ristrutturazioni. La superficie deve avere le idonee pendenze per l'evacuazione dell'acqua. Infine vanno creati gli appositi sistemi di scolo". Un esempio unico, nel suo genere, a Milano, resta l'Orto tra i cortili di Piuarch. Per decenni, i 300 metri quadrati di superficie del tetto dell'edificio sono rimasti in forma di lastrico solare, inaccessibile. Nel 2015 l'intera superficie è stata convertita in orto permanente e «farmacia a cielo aperto», riqualificando anche dal punto di vista energetico e funzionale l'immobile. Ortogenuino a Roma e dintorni, invece, realizza un servizio completo per la progettazione, realizzazione e cura di un orto in terrazzo, patio o giardino. Ogni aspetto viene pianificato seguendo i criteri e i principi dell'agricoltura biologica, senza utilizzo di chimica e fertilizzanti di sintesi chimica. di Francesca Lovatelli Caetani 

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