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Dipendenza dal sesso? Non esiste in psichiatria: è evocata per spiegare le oscenità di turno

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Andrea Tempestini
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Mettiamo le cose in chiaro e ribadiamolo una volta per tutte. La “sindrome della sesso-dipendenza” non esiste, è solo fumo negli occhi, perché non è una malattia, in neuro-psichiatrIa non se ne trova traccia, è una leggenda popolare che non è mai stata codificata o riconosciuta scientificamente né sono state mai individuate prove fisiologiche o cliniche in proposito. Ma tale falsa “patologia” viene sempre più spesso evocata, soprattutto in questi giorni, ed attribuita quasi all'unanimità come scusante ridicola di comportamenti illeciti, malvagi o violenti. E sottolineiamo anche che le cosiddette cliniche per il recupero e la riabilitazione dal discutibile morbo del sesso, a cui si rivolgono i personaggi famosi, dopo essere stati denunciati e dopo il rito delle pubbliche scuse, sono di conseguenza un semplice e lucroso business milionario. Niente alibi quindi per Harvey Weinstein e gli altri molestatori illustri, le cui storie stanno venendo alla luce in queste settimane, perché la supposta dipendenza patologica dal sesso non solo non è mai stata presente nella bibbia della psichiatria americana, il “Manuale diagnostico dei disturbi mentali”, aggiornato continuamente, ma proprio recenti ricerche sul cervello, condotte nell'Università della California, non hanno trovato la benché minima prova della sua esistenza in secoli di storia della medicina. Finiamola tutti, allora, giornalisti, opinionisti e commentatori televisivi, di attribuire certi comportamenti ossessivi e compulsivi a ipotetiche dipendenze morbose, che hanno solo lo scopo di sminuire o cancellare le responsabilità soggettive ed oggettive di atteggiamenti sbagliati e predatori nei confronti di altri. Nessun disturbo psichico quindi, e ripetiamo che, in assenza di consenso alle avances sessuali indesiderate, si parli di assalto, di atti misogini, prepotenti, egoisti e senza scrupoli, ma non di dipendenze, concetto usato e abusato in questo mese per spiegare o giustificare, in modo assolutamente ignorante, comportamenti sessuali irresponsabili ed impulsivi di uomini viziati, ricchi e potenti. FUORI CONTROLLO L'abuso ripetuto sulle donne, consenzienti o meno, da parte di personaggi di potere come il famoso produttore di Hollywood, ha poco a che fare con il sesso, ma non si può e non si deve parlare di disordine mentale per delineare una personalità complessa, probabilmente disturbata, che non ha nulla a che vedere con il puro disturbo psichiatrico o con una sessualità fuori controllo, perché Weinstein potrebbe essere collocato o catalogato semplicemente tra i molestatori abituali, che hanno difficoltà a controllare i propri impulsi, abituati come sono, appunto, a pretendere ed ottenere quello che ritengono dovuto in cambio di qualcosa, ad incassare una ricompensa per il successo e la notorietà che sono in grado di promettere per la carriera di donne che accettano i loro appuntamenti in camera da letto. Nessun esperto di sessuologia descrive l'ipersessualità come una effettiva dipendenza, nessuno di loro la paragona ad altre come quella dall' alcol o dalle droghe, bensì la riducono ad un fenomeno utilizzato per gestire lo stress o un disturbo depressivo dell'umore, se non ad un sottoprodotto di influenze culturali discutibili. Nemmeno la ninfomania e la satiriasi compaiono nel Manuale diagnostico succitato, poiché nella medicina clinica questi comportamenti sono identificati come disagi, e classificati come sottotipi della ipersessualità. L'ossessione per il sesso in alcune persone è progressiva, aumenta di intensità con l'età e con il numero di rapporti, favorita dall'insorgere concomitante di una forma di saturazione sessuale, per cui il soggetto, per poter soddisfare ulteriormente la propria pulsione, va alla ricerca sempre più intensa di incontri sessuali diversi, anche tendenti al perverso, senza però accusare alcuna disfunzione né psichica o psicologica, tanto che lo stesso Weinstein ha disertato volontariamente la clinica di disintossicazione dove era stato ricoverato, non ritenendosi affatto malato. Per quanto riguarda i presunti centri di “recupero” dalle dipendenze pseudo-patologiche dal sesso, ai quali si rivolse con clamore mediatico anche l'attore Michael Douglas, dopo 30 anni in cui si parla di questi fantomatici trattamenti disintossicanti, non esiste alcuna prova scientifica che funzionino, non essendoci nessuna base medica riconosciuta sulla quale intervenire con farmaci appositi e appropriati, e tali centri fanno parte di una florida industria di cliniche che si arricchiscono e si fanno pubblicità con gli scandali sessuali delle celebrità dello star-system. All'interno di tali strutture viene applicato un metodo leggermente differente da quello usato nell'astinenza (utilizzato nelle dipendenze da alcol e droga), ovvero un procedimento che prefigge l'obiettivo di spingere il soggetto a superare l'ossessiva percezione del bisogno, e ritornare ad avere un rapporto più sano con la sessualità, affrontata con psicoterapie di gruppo, ma soprattutto con ansiolitici e terapie farmacologiche in grado di attenuare la libido. LIBIDO SFRENATA Il fondatore della gloriosa Miramax, che negli anni si è dimostrato pubblicamente sostenitore dei diritti delle donne (partecipò con Meryl Streep a una marcia durante il “Sundance Film Festival”), che ha prodotto meravigliosi film più volte candidati al premio Oscar, che ha finanziato il Partito Democratico, che è stato definito «una persona magnifica» da Michelle Obama, che ha offerto uno stage alla figlia Malia, che è stato insignito delle onorificenze di Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico e Cavaliere dell'Ordine della Legione d'Onore, nominato membro a vita nell'Academy Award, dalla quale è stato oggigiorno espulso per indegnità, come un essere reietto e bisognoso di cure, è stato denunciato da molte donne, tutte maggiorenni, per molestie sessuali, perché effettivamente sarà anche un molestatore seriale, un amante dei massaggi stimolatori dell'erezione o un disgustoso ricattatore dal comportamento intollerabile. Ma, per favore, non definitelo mai più un malato, perché le malattie, quelle vere, annullano e azzerano completamente anche la libidine più sfrenata. di Melania Rizzoli

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