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Tumore alla prostata, bisogna far cadere il tabù del sesso

Cristina Agostini
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Incontinenza urinaria e disfunzione erettile sono i più gravi effetti collaterali del tumore alla prostata. Ma ora difendere la sessualità si può. Sia con la radioterapia mirata sia con la chirurgia che deve salvare i nervi deputati all'erezione. "Si può fare molto per la sessualità, ancora oggi troppo spesso trascurata per l'imbarazzo ad affrontare il tema, pur essendo un aspetto cruciale per il benessere di malati e partner", spiega Riccardo Valdagni, presidente della Società Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO) al Corriere della Sera. Leggi anche: Disfunzione erettile, il nuovo metodo con onde sonore che elimina l'uso del viagra In Italia ci sono 480mila uomini con una diagnosi di carcinoma prostatico e "oltre la metà di queste persone ha problemi nella sfera sessuale", sottolinea Giario Conti, primario di Urologia all'ospedale Sant'Anna di Como -, che non significa solo erezione, ma anche calo del desiderio e perdita della libido, oltre a un generale malessere psicologico che non consente di avere una piena e soddisfacente vita sessuale". C'è poi la "climacturia, cioè la perdita di urine al momento dell'orgasmo, l'orgasmo doloroso, meno intenso o diverso - spiega Andrea Salonia, andrologo urologo e direttore dell' Istituto di Ricerca Urologica al San Raffaele di Milano -. A cui si aggiungono alterazioni riguardanti la forma e le dimensioni del pene".  Ora la scoperta che "l'origine dell'impotenza è molto probabilmente legata all'irradiazione indesiderata della base del pene, il cosiddetto bulbo penieno - continua Valdagni -. L'utilizzo della risonanza magnetica nella pianificazione del trattamento consente all'oncologo radioterapista di  vedere in maniera ottimale il bulbo e evitare quindi che le radiazioni tocchino quest'area assai sensibile, preservando così l'erezione". 

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