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Formula E, rivoluzione nelle scuderie: arriva il sistema che "collega" il pilota alla sua macchina

Cristina Agostini
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"Forse il problema è nel tuo piede destro”, così Enzo Ferarri a Phil Hill che lamentava un difficoltà nel motore durante un test. A conferma che nel mondo del motorsport tanto si sa della macchina quanto poco o nulla di chi la governa. Nasce proprio con l'obiettivo si studiare il pilota e renderlo ergonomico in gara, il progetto “RCST-Human Telemetry System” presentato ieri in anteprima alla stampa all'Università Telematica San Raffaele di Roma. «Si tratta» ha spiegato Davide Venditti, Founder & CEO di Formula Center Italia, la start-up che lo ha sviluppato, «di un sistema di rilevazione funzionale di alcuni parametri: respirazione, battito cardiaco, sudorazione e pressione sul volante. Un' idea viene dalla pista e dal mio essere pilota che ha l'obiettivo di collegare l'uomo alla telemetria, alla macchina e al circuito, superando i punti di debolezza degli attuali processi delle scuderie». I dati, raccolti tramite dei sensori posizionati sulla maglia e sui guanti di chi guida e collegati direttamente alla centralina di bordo, saranno poi elaborati da un software, l'RCST appunto, per  essere messi in correlazione fra loro e rapportati al percorso e al circuito mediante tecniche GPS e utilizzati poi ai fini dell'ottimizzazione della performance e della sicurezza dell'atleta». Oltre la San Raffaele hanno già sposato il progetto l'Università degli Studi di Napoli Federico II e l'Università degli Studi del Piemonte Orientale. Tra i partner tecnici invece MegaRide s.r.l., spin off del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università Federico II, Imperiale Racing, Squadra Corse supported by Lamborghini, e Scuderia DF Corse, F4 Italian Championship Racing Team. «La valutazione e il monitoraggio di parametri fisiologici, metabolici e neuromuscolari», ha spiegato la Prof.ssa Elvira Padua, responsabile scientifico e coordinatore del corso di in  scienze motorie dell'Università San Raffaele, «consentiranno di sviluppare  un software che  integri  e correli i dati di entrambi i sistemi (uomo-macchina) al fine di individuare un indice predittivo della “performance ottimale” e ridurre al minimo il gap tra l'allenamento a secco del pilota e la prestazione in gara programmando una preparazione individualizzata alle caratteristiche biofisiche di ciascuno». Un ulteriore output previsto è l'individuazione dell'appropriata integrazione nutrizionale dell'atleta. «L'uomo è una macchina, anche se pensante», le parole del professor Giorgio Calabrese, docente di Dietetica e Nutrizione Umana all' Università Piemonte Orientale, «per questo ha bisogno della sua benzina, quella giusta però». Perché non esistono alimenti che possano far vincere una gara ma di forse ci sono modi di alimentarsi che possono facilmente aiutare a perderla. Alla conferenza sono intervenuti anche il Prof. Enrico Garaci, Rettore dell'ateneo telematico, l'ing.  Francesco Timpone, docente di Meccanica del Veicolo all'Università degli Studi di Napoli Federico II e co-founder MegaRide srl, l'Ing. Raffaele Iervolino, Professore Aggregato e Ricercatore di Automatica sempre all'Università Federico II, il Prof. Giorgio Calabrese, Docente di Dietetica e Nutrizione Umana all'Università Piemonte Orientale e Giorgio Ferro, Motorsport Consultant e Motorsport Director di Lamborghini Imperiale Racing Team. A moderare gli interventi il giornalista Antonio Iafelice.        

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