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Vittorio Feltri: "Ecco come il centrodestra può vincere le elezioni"

Andrea Tempestini
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A poco più di un mese dalle elezioni Europee, i sondaggi meglio "non prenderli alla leggera", spiega Vittorio Feltri su Il Giornale. Certo, le rilevazioni oscillano, non sono scienza esatta, eppure "certe indicazioni offerte dalle tabelle quotidianamente pubblicate, e contenenti le previsioni elettorali, sono utili per misurare la temperatura politica". Le cifre - Secondo i sondaggi davanti c'è il Pd, quindi i grillini e terza ecco Forza Italia, accreditata del 19,5 per cento. "Deludente?", si chiede Feltri. "Il numero preso così, a sé stante, non autorizza i berlusconiani ad esultare. Però bisogna considerare la formazione alfaniana, cioè il Ncd, recentemente staccatasi dalla casa madre del Cavaliere". Alafano, insieme all'Udc, raggranella il 6,5% per cento. Con gli azzurri arriverebbero dunque al 26%: "Mica male, se si tiene conto che fino ad alcuni mesi fa il centrodestra non era ancora diviso". Le somme - A questo 26% si potrebbe poi aggiungere il 6% della Lega Nord e il 2,5% di Fratellid'Italia-An, per un totale del centrodestra "eterodosso" al 34,5 per cento. Dunque, stando ai sondaggi, davanti di mezzo punto al Pd. Per il fondatore di Libero, il centrodestra, "qualora non si fosse spezzettato dissennatamente in vari gruppuscoli, riuscirebbe ad appaiare nei sondaggi il Partito democratico". E questa, secondo Feltri, "è la prova che l'idea iniziale di Silvio Berlusconi, ovvero quella di riunire sotto lo stesso tetto tutti i movimenti ostili alla sinistra, non era affatto sbagliata". La bastonata - Dunque, per prendere voti, sarebbe sufficiente ricompattarsi: "Diventerebbero un avversario temibile per i progressisti", e lo "certificano i dati". Poi Vittorio bastona: "Il centrodestra, nella sua interezza, non è affatto inferiore (dal punto di vista numerico) al centrosinistra. Dal che si evince che esso è caratterizzata da una notevole stupidità. Per una semplice ragione incontestabile: se fosse rimasto compatto, anziché sbriciolarsi per meschine questioni di potere, ora sarebbe pronto a contendersi la vittoria europea con i renziani". L'amarezza - Il fondatore di Libero conclude ricordando che "i voti del centrodestra non sono svaporati, però gli elettori sono disorientati e non sanno su quale simbolo tracciare la croce". Un dubbio, una domanda, chiosa Feltri, che ci facciamo "anche noi, e non siamo capaci di rispondere, ma solo di scuotere la testa, l'unica cosa che ci è rimasta, forse".

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