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Roberto Saviano: "Genny 'a Carogna ci ha salvati, lo Stato è nel pallone"

Giulio Bucchi
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Genny 'a Carogna ci ha salvati, parola di Roberto Saviano. L'autore di Gomorra lancia la provocazione sulle colonne di Repubblica, ed è una provocazione rumorosa. Al centro delle polemiche c'è, naturalmente, quanto accaduto sabato sera all'Olimpico, con il capo-ultrà del Napoli, figlio di un camorrista, che di fatto ha dato il via libera alle autorità per far disputare la finale di Coppa Italia tra partenopei e Fiorentina. E' stato garante dell'ordine pubblico, ha assicurato che i suoi "ragazzi" non avrebbero fatto altri danni dopo quanto accaduto qualche ora prima a Tor di Quinto, quando un altro ultrà, questa volta romanista (Daniele De Santis, in arte Gastone o Danielino) ha sparato a un 28enne sostenitore azzurro, Ciro Esposito, ferendolo gravemente. Il corpulento, truce Gennaro De Tommaso 'a Carogna "ha evitato una vera e propria rivolta - spiega Saviano -, tutta una parte di società civile e di istituzioni è stata letteralmente salvata dalle decisioni di Genny". E il guaio è che quelle istituzioni allo stadio c'erano ma, accusa ancora lo scrittore, l'unica cosa che sono state in grado di fare è stato consegnare le medaglie alle due squadre a fine partita, come ha fatto il presidente del Senato Pietro Grasso. "Gli stadi come il Paese" - Una provocazione, discutibile, certo, ma pur sempre una provocazione. Perché al di là del clamore provocato dall'attacco dell'editoriale, Saviano prosegue poi in altra direzione. Genny è solo l'espressione di un mondo, quello delle curve italiane, dominato da intrecci pericolosi con camorra, 'ndrangheta e mafia, tra violenza e spaccio di droga. Ma la trattativa con il capoultrà napoletano, sabato sera, c'è stata? Il diretto interessato dice di no, così come il prefetto Giuseppe Pecoraro: semplicemente, le autorità sportive e di sicurezza avrebbero mandato avanti il capitano Marek Hamsik per aggiornare i tifosi sulle condizioni del ragazzo ferito. E De Tommaso era il referente. "E dover avvertire un capo-ultras del calibro di Genny 'a Carogna non è trattare?", si chiede Saviano, che poi snocciola i legami di Gennaro e dei suoi compari con i clan Misso, Licciardi, Mazzarella. Tutte cose note, anche emerse da inchieste. Eppure il calcio, e i media, hanno sempre fatto finta di nulla perché "il calcio è intoccabile, ogni critica genera tifo, non analisi. Ma gli ultras sono molto più che persone talvolta violente, hanno un ruolo di consenso e di business. Ogni domenica gli stadi diventano mercati di droga, teatri di guerra non controllati in cui gli ultras portano bombe carta e bengala". E così, il passo logico è breve, gli stadi sono lo specchio di un "Paese in cui tutto è permesso e la corruzione ha travolto tutto". E cosa succederà, si domanda Saviano, quando la rabbia che striscia nelle curve si riverserà nelle strada? "Ci si rivolgerà al Genny 'a Carogna della situazione per non far accadere il peggio?".

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